di Gianni Avanzi
La piazza più bella d’Italia, se non addirittura d’Europa, con i caratteristici portici rinascimentali, il Duomo e la Torre del Bramante che vigila dall’alto ed è un affaccio sulla città e, più in fondo, sulla pianura coltivata. Ma poi ci sono le testimonianze del genio di Leonardo, i percorsi naturalistici che immergono nel Parco del Ticino oppure, ancora, le creazioni dei più grandi stilisti che impreziosiscono il Museo Internazionale della Calzatura. E potremmo andare avanti così ancora lungo, perché Vigevano è questo e molto altro tanto che la definizione di “città d’arte”, con cui spesso viene annoverata tra altre località del Belpaese meta di un turismo di alto livello, è decisamente riduttiva.
Di certo però la città ducale è anche, e soprattutto, una meta da scoprire, approdo di visitatori che dall’Italia e dall’estero vogliono assaporare le tante atmosfere di un viaggio nel tempo che, da Ludovico Sforza ad Armando Pollini, è anche una fetta importante della storia imprenditoriale, culturale e artistica dell’Italia. Ma come è possibile essere sempre più competitivi in un settore che, complici anche le nuove tecnologie, offre al turismo innumerevoli occasioni di viaggi e altre forme di intrattenimento? Il dibattito è aperto e in Lombardia, Vigevano è pronta davvero a fare la differenza, magari alleandosi con il resto del territorio pavese, che sul turismo vuole puntare sempre più.
Andrea Ceffa è il sindaco e proprio nelle ore in cui lo incontriamo è alle prese con progetti e iniziative ambiziose che possono davvero fare la differenza. Investire in turismo, infatti, non è solo questione di fondi: e in un luogo ricco di attrazioni, le idee e le strategie sono elementi decisivi.
Che estate sarà, questa, per il turismo vigevanese?
«L’estate è sempre una stagione molto importante per il nostro territorio, che nel turismo trova una risorsa preziosissima per il tessuto economico e sociale – spiega Andrea Ceffa, primo cittadino dal 2020 dopo una lunga esperienza come vicesindaco e, prima ancora, una vita spesa a interessarsi ai problemi del territorio in quanto figlio di commercianti che portano avanti un’attività alimentare da oltre 70 anni -. Quest’anno, però, la stagione è forse ancora più importante: abbiamo deciso di puntare molto su eventi più di territorio e su altri di respiro più globale che puntano ad attrarre anche un pubblico più vasto. In questo contesto mi piace ricordare, tra le altre iniziative, “Vigevano in Festa” ma anche il “Vigevano Music Festival”, che era uno degli eventi compreso nel tabellone di “Vigevano Estate”. Il nostro obiettivo è mantenere vivo il centro storico, senza ovviamente trascurare le altre zone, perché riteniamo che un tessuto urbano attivo e dinamico sia positivo per tutti: in questo week-end appena trascorso, per esempio, abbiamo proposto la “Notte dei Saldi” con i negozi aperti per promuovere il commercio cittadino».
Vigevano è una città ricca di luoghi, tradizioni e occasioni da visitare: è ipotizzabile riuscire ad arricchire ulteriormente un’offerta già così ampia?
«È questa la grande sfida: non fermarsi mai. La nostra località offre tantissimo e riuscire a valorizzare tutto al meglio è sicuramente un lavoro molto impegnativo ma, al contempo, bisogna sempre continuare ad alimentare le occasioni di attrazione. Pochi giorni fa, per esempio, il consiglio comunale ha approvato l’istituzione dello statuto e del regolamento del nuovo ecomuseo di Vigevano, progetto fortemente voluto dalla nostra amministrazione e in cui crediamo molto. L’ecomuseo infatti può essere uno strumento importante di promozione turistica e di promozione generale del nostro territorio: è strutturato come un’associazione di promozione sociale, ufficialmente riconosciuta anche a livello regionale ed europeo al cui scopo concorrono tutti, è un prezioso strumento di condivisione. E l’idea è davvero di coinvolgere tutti gli “attori” del nostro territorio: c’è ovviamente l’amministrazione comunale ma ci sono anche le associazioni di categoria, le realtà culturali e sociali, i ristoratori, gli hotel e, naturalmente, i singoli cittadini; si definiscono gli obiettivi da raggiungere e poi attraverso questa associazione si individueranno i mezzi e vi si darà attuazione, un percorso che vale per il turismo ma vale anche per ogni ambito di sviluppo del territorio. Oggi parlare di ecomuseo significa parlare di un museo vivo, anzi: è la vita stessa. Sono le persone, le associazioni e le istituzioni che danno “vita” a un territorio, determinandone anche la storia e le tradizioni, a far sì che quel particolare luogo diventi un “pezzetto” di mondo da condividere nell’infinita rete dei turismi esperienziali».
Pochi giorni fa Vigevano ha ufficializzato la candidatura a Capitale dell’arte contemporanea per il 2026 ed è una scelta molto discussa: come è nata?
«Partiamo sempre dalla convinzione che il turismo è una voce importantissima e ogni iniziativa che può permetterci di incrementare la notorietà del territorio e i visitatori va perseguita. Questa candidatura ha suscitato un ampio dibattito, ma direi che questo è un aspetto positivo, e anche qualche polemica: abbiamo dovuto fare le cose di corsa, perché il bando è uscito a maggio e quindi abbiamo cercato di trovare con i nostri partner una proposta progettuale che potesse essere compatibile con i requisiti richiesti, e poi la burocrazia e le varie complessità hanno fatto il resto. È una scelta che rivendico, ben sapendo che è un po’ una scommessa: Vigevano oggi non ha ancora questa tradizione, o almeno non è ancora così consolidata perché noi possiamo vantare tanti artisti di arte contemporanea, e dunque rispetto anche altre città che si sono candidate anche in Lombardia, come Gallarate, non abbiamo ancora per esempio dei musei dedicati. Però, e questo per noi è un grande plus, abbiamo un contenitore che nessun altro ha e cioè il Castello: quindi è giusto che ci sia un dibattito e credo che, anche se non dovessimo essere selezionati, questa candidatura possa essere l’inizio di un percorso. Io sono dell’idea che se mai si inizia, se non si getta il cuore oltre l’ostacolo, se non si osa alla fine non si arriva da nessuna parte. Ecco bisogna avere il coraggio per fare certe scelte che da subito servono anche a smuovere un po’ le situazioni di stallo».
Qualche anno fa Vigevano si era candidata anche a Capitale della Cultura: ci riproverete?
«Purtroppo nel 2020 arrivò il Covid e alla fine, giustamente, l’assegnazione andò a Brescia e Bergamo. Noi certo abbiamo intenzione di riproporci e qui si innesta una proposta che ho fatto recentemente al nuovo sindaco di Pavia, Michele Lissia, durante un evento organizzato in Camera di Commercio con l’assessore regionale al Turismo Barbara Mazzali: poiché anche il capoluogo vorrebbe proporsi, io credo che non abbia senso avanzare due distinte candidature mentre potrebbe essere più opportuno creare una rete territoriale, come ha fatto per esempio Parma, perché, in questo modo, si hanno più possibilità di affermarsi e soprattutto si riesce finalmente a valorizzare complessivamente il nostro territorio con tutte le sue molteplici potenzialità».
Tre motivi per visitare Vigevano?
«Il primo motivo è quasi scontato: la Piazza Ducale e il Castello, con il nostro centro storico. Poi credo che sia molto preziosa e importante la grande offerta naturalistica con il Parco del Ticino e l’area della Sforzesca e del Colombarone. Tra i siti e i luoghi che raccontano la storia e la tradizione culturale di Vigevano, consiglierei la visita a un luogo simbolo della produttività locale e quindi è d’obbligo una tappa al Museo Internazionale della Calzatura che si trova in Castello ed è l’unico in Italia, quindi davvero qualcosa di eccezionale. E mi permetto di aggiungere almeno una quarta proposta, tra le tantissime che questo territorio merita di far conoscere: credo meriti un approfondimento tutta l’offerta culturale che offrono il Vescovado e la Diocesi in particolare, a partire dal meraviglioso Museo del Tesoro Duomo che presenta un percorso espositivo per ammirare opere e oggetti che raccontano la storia non solo della Chiesa vigevanese ma dell’intera città con tutti i personaggi e gli avvenimenti di valore storico che l’hanno attraversata a partire dal vescovo Caramuel».
Scopri di più su Vigevano con Wayglo:
WAYBOOK:
VIGEVANO, LE 100 MERAVIGLIE (+1)
Acquista qui.
©️ RIPRODUZIONE RISERVATA