di Raffaella Costa
Travacò Siccomario non smette mai di sorprendere con il suo equilibrio tra natura, cultura e comunità. In queste settimane, un’occasione unica per immergersi nella bellezza del luogo è offerta dalla mostra Personali Visioni di Franca Lavorato, ospitata presso la Biblioteca comunale (via Po, 18) fino al 6 gennaio. Un’esposizione che racconta il potere curativo dell’arte, attraverso le opere di un’artista autodidatta che ha fatto della pittura un mezzo per diffondere conforto e speranza. La mostra è aperta fino al 25 dicembre solo il sabato e la domenica (10-13 e 15-19), e dal 26 dicembre al 6 gennaio tutti i giorni (10-13, 15-19).
Ma Travacò Siccomario non è solo arte: è anche uno dei pochi territori riconoscibili a colpo d’occhio su una mappa, grazie alla sua posizione tra il Po e il Ticino, e uno scrigno di biodiversità, meta persino dei flussi migratori delle gru. Abbiamo intervistato il vicesindaco, Sebastiano Rinaldi, per scoprire cosa rende questo luogo così speciale. Ecco cosa ci ha raccontato.

L’artista Lavorato con alcune sue opere
Travacò Siccomario è un territorio molto particolare. Può spiegarci perché?
«Travacò è uno dei pochissimi comuni al mondo che si possono immediatamente individuare su una mappa: si trova proprio nel punto in cui il Ticino sfocia nel Po. È un territorio che fa parte della Biosfera UNESCO, grazie al Parco del Ticino, riconosciuto per la sua straordinaria biodiversità».

Il vice sindaco Rinaldi
Qual è la filosofia di vita che caratterizza Travacò?
«Qui abbiamo sempre dato priorità alla qualità della vita, anche rinunciando a qualche servizio. È una scelta che ci ha ripagato, perché oggi siamo una delle 250 città al mondo a potersi fregiare del simbolo di Cittàslow. Questo significa puntare sul buon vivere: aria pulita, cibo sano, acqua di qualità e un ambiente vivibile».

Uno dei panorami che regala Travacò
Dal punto di vista ambientale, ci sono progetti di rilievo?
«Sì, uno dei nostri progetti più importanti è la Grande Foresta Siccomario. Parliamo di circa 25.000 piante autoctone, cresciute in modo naturale, senza intervento umano. È una delle più grandi iniziative legate al Protocollo di Kyoto. L’obiettivo è trasformarla in un luogo educativo, dove accogliere scolaresche e organizzare visite guidate».
Quali sono le opportunità per chi visita questo territorio?
«Ci sono tantissime attività! Abbiamo una rete di piste ciclabili molto sviluppata, con percorsi che attraversano argini, cascine e zone naturali. Ogni percorso offre esperienze diverse: si possono acquistare prodotti locali come miele, verdure o uova direttamente nelle cascine. Inoltre, grazie alla Lipu, stiamo valorizzando la nostra foresta per il birdwatching, con particolare attenzione alle gru che transitano qui durante i flussi migratori».

Dalla panchina gigante lo sguardo sul Ticino
Come descriverebbe la vita quotidiana a Travacò?
«Vivere qui è un ritorno alla semplicità. Dopo una giornata caotica in città, è un sollievo tornare a camminare per le strade del paese, senza traffico, senza fretta. È un luogo dove puoi camminare la sera con i tuoi figli senza preoccupazioni. Questa tranquillità è qualcosa di eccezionale».
Un messaggio per chi ancora non conosce Travacò?
«Venite a scoprirlo! Travacò offre un’esperienza diversa: natura, cultura, prodotti locali e, soprattutto, un luogo dove si torna davvero a vivere».