Con solo pochi decenni di vita è il simbolo di una città che può vantare secoli di storia vissuti da protagonista come dimostrano anche le tante testimonianze presenti. È lo strano destino dell’attuale Ponte Coperto di Pavia, costruito tra il 1949 e il 1951 dopo aver deciso di riproporre le linee dell’antica struttura medievale distrutta dai bombardamenti sul finire della Seconda Guerra Mondiale. Per il settantesimo compleanno del Ponte Coperto la città si è mobilitata grazie soprattutto all’iniziativa di sensibilizzazione di Iucu, un artista pavese che si è preso anche il prezioso compito di salvare le testimonianze di un recente passato che hanno visto Pavia protagonista, dall’epopea della Necchi al Ponte coperto.
Una storia fatta di «cartoline, pubblicità, biglietti, libri, medaglie, manifesti, riviste, frasi, poesie… tutte cose che probabilmente saranno passate “inosservate” nei decenni ma che, raccolte nel tempo e con minuzia contestualizzate, sono diventate un curioso materiale di “studio”; oggetti che rivelano, attraverso le varie interpretazioni grafico/letterarie di oltre un secolo, quanto sia presente il Ponte Coperto nella nostra memoria collettiva e nel nostro tessuto commerciale e sociale. Un viaggio nel “tempo perso” rimanendo fermi lì, su un Ponte che è bello e utile oltrepassare ma sul quale è meraviglioso anche solo qualche minuto sostare».
Archivio Storico Iucu, Ponte Coperto Pavia 70 (Univers Edizioni)
(Bruno Gandini)