Da anni la Necchi ha concluso la propria parabola imprenditoriale a Pavia, andando a scrivere nuove pagine della sua storia lontano dal Ticino. Resta però una fabbrica che ha legato indissolubilmente il proprio nome a quello della città al punto che, nei lavori in corso per il recupero dell’area che l’ha ospitata, si è deciso di preservare alcune preziose testimonianze del passaggio della Necchi.
Una voglia di ricordare a cui hanno risposto i giornalisti Carlo Gariboldi e Maria Grazia Piccaluga andando a ricercare documenti, fotografie, testimonianze della parabola pavese dell’azienda avviata nella prima metà dell’Ottocento per iniziativa di Ambrogio Necchi per occuparsi di costruzioni meccaniche e vendita di ferramenta.
Le macchine da cucire arriveranno tre generazioni dopo per iniziativa di Vittorio Necchi che, negli anni Venti, decise di lasciare alle sorelle Nedda e Gigina le fonderie di ghisa e smalteria (che diventeranno NE.CA. con l’arrivo di Angelo Campiglio, marito di Gigina). Un libro che vuole essere un omaggio a chi è riuscito a portare il nome di Pavia in tutto il mondo.
(Bruno Gandini)