Ha salutato la sua città il 10 febbraio 2022, ma il fondamentale ruolo di Mino Milani nella storia letteraria della città (e non solo) continuerà a trovare modo di esprimersi per tanti anni ancora. Come avviene grazie alla recente pubblicazione di Effigie Edizioni dedicata alla Battaglia di Pavia su cui Milani si intrattiene prendendo spunto da un particolare di uno dei sette arazzi fiamminghi dedicati all’evento e custoditi al Museo di Capodimonte: la dama in rosso che fugge dall’accampamento francese.
La Battaglia del 24 febbraio 1525 ebbe conseguenze non solo politiche, visto che segnò per la prima volta la supremazia delle armi da fuoco rispetto alla cavalleria pesante. E ne fece le spese Francesco I che, sconfitto e imprigionato, venne portato alla Cascina Repentita dove la padrona di casa, decisa a sfamare l’importante ospite, mise insieme quello che aveva a disposizione accompagnando un brodo caldo con pane raffermo, formaggio e un uovo fresco, segnando il debutto – narra la leggenda – della zuppa alla pavese che da lì a pochi anni avrebbe fatto la sua comparsa nel menù di corte a Parigi. Nel volume anche il saggio “Il ferro e il fuoco” di Luigi Casali.
Mino Milani, La dama in rosso (Effigie Edizioni)
(Bruno Gandini)