Si conoscono ben oltre i confini provinciali, eppure vengono infornate in una cittadina lomellina da metà dell’Ottocento. Sono le Offelle di Parona, i biscotti dalla classica forma ovale, la cui ricetta è ancora top secret dopo quasi due secoli. Certo, si conoscono gli ingredienti: farina di frumento, zucchero, burro, uova, lievito e olio di oliva. Ma le quantità e l’esecuzione della ricetta, no. Questa frolla, profumata e fragrante, preparata nel rispetto della tradizione, può essere commercializzata con tale nome, solo dai tre “produttori concessionari” autorizzati dalla Pro loco che ne tutela sia la ricetta sia il confezionamento: Offelleria di Parona, Forno F.lli Collivasone, Il Forno Più di Bigi.
Si tratta di un dolcetto antico, considerato davvero molto prezioso ai primi del Novecento. Proprio per sottolineare la caratteristica di pregio, le Offelle venivano vendute a pezzo, al massimo in confezioni da due (ancora oggi, in alcuni bar il pack è quello). Nel 1969, in occasione della prima edizione della sagra durante la prima domenica di ottobre, il famoso biscotto lomellino conosciuto in tutto il mondo, è stato lanciato in commercio. Sono concesse alcune varianti, rispetto alla classica? La risposta è si. Si possono trovare le versioni al cacao, al caffè, al riso, allo strutto d’oca, ma anche integrale e con aggiunta di zenzero.
Le origini sono certe. Ad aver inventato le Offelle di Parona sono state due sorelle, Pasqualina ed Elena, detta Lilìn Colli che, nella locanda di famiglia, avevano fatto assaggiare questi biscotti ovali ai soldati della quarta divisione dell’esercito savoiardo di re Carlo Alberto (correva l’anno 1849), che avevano concluso il pasto a base di frittata con le rane e polenta, proprio con l’Offella. La ricetta, da quel giorno, è rimasta segreta. A nulla sono valse le lusinghe -anche economiche – di noti imprenditori pronti a sborsare più di 40 mila lire nel 1921 per conoscere i segreti della preparazione dei biscotti simbolo della Lomellina.
(Eleonora Lanzetti)