Ha un colore dorato intenso ed è sorella della dorata di Parma (forse più nota nel panorama delle cipolle). La Cipolla Dorata di Voghera è stata riscoperta negli anni ’90 grazie al Consorzio Produttori nato nel 1990, e ai semi conservati nella banca del Germoplasma dell’Università di Pavia. Parola d’ordine: versatilità. È buona cruda in insalata, nei soffritti, nelle zuppe, in frittata, sopra pizze e focacce, e pure caramellata per farcire succulenti burger.
Perché quella di Parma e di Voghera sono sorelle? Perché appartengono alla stessa varietà: la rifiorente, o a giorno lungo. La sua forma è leggermente schiacciata, e ha un diametro medio che si aggira intorno ai 6cm. Il suo colore è di un giallo dorato intenso e ha un sapore e profumo piuttosto pungenti. Si fa notare, insomma. Una cipolla che si conserva molto bene, e che quindi si può tenere in luoghi asciutti e freschi. La si trova tutto l’anno anche se si raccoglie nella stagione estiva, nell’area del vogherese dove si semina nella prima decade di febbraio. Dove la si trova? Ovviamente a Voghera, ma anche come vendita diretta nelle aziende agricole che la coltivano nelle ortaglie di Casei Gerola, Silvano Pietra, Montebello della Battaglia e Pontecurone.
Meglio cruda o cotta? Si comporta egregiamente in entrambi i casi, tuttavia la cipolla di Voghera mangiata cotta dà il suo meglio in quanto a sapore deciso. Diverse le preparazioni: ripiena al forno, nella zuppa di cipolle con formaggio fuso e pane croccante, come contorno ad arrosti e stufati, e come base per il ragù.
(Foto da saporie.com)
(Eleonora Lanzetti)