A Cilavegna, comune della Lomellina, nasce una varietà di asparago molto raffinato e pregiato: l’asparago rosa di Cilavegna De.Co, prodotto ormai in quantità limitate e salito a bordo dell’ “arca” Slow food.
Un tempo erano più di venti i produttori dedicati alla coltivazione di questo ortaggio prelibato. Oggi se ne contano sei, uniti nel CONPAC, Consorzio Produttori Asparagi di Cilavegna, che raccolgono circa 30 quintali di asparagi l’anno. Il nome suggerisce già la caratteristica peculiare del colore: non è il classico ortaggio dal colore verde, perché quello che cresce nelle spargiate di due ettari tra Mortara e Vigevano, si distingue per la punta dal colore rosaceo. Non solo: è anche più grande e tenerezza come turione. Anche il sapore è più delicato, elegante, rispetto a quello degli asparagi verdi. Più dolce e morbido.
Con gli appositi ferri, i calzaspargi, quotidianamente si sfila dalle lunghe file incalzate ogni singolo turrione, che non va tagliato ma staccato dalla zampa o radice. La lunghezza non deve superare i venti centimetri. Difficilmente si trova in commercio fuori dalla zona di produzione. E’ possibile reperirlo dai coltivatori, direttamente in azienda, oppure durante la sagra che da consuetudine viene organizzata il secondo weekend di maggio davanti al Municipio, dove si trovano stand dedicati.
Come si gusta? Al naturale, in padella o con l’uovo, come se fosse un asparago verde, ma anche come ingrediente per risotti, lasagne veg, o come ripieno per ravioli o crespelle.
(Eleonora Lanzetti)