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4 Giugno 2025

azienda Impoggio lavanda in Oltrepò tradizione
WaySlow

La coltivazione della lavanda e la storia dell’Azienda Impoggio di Borgoratto Mormorolo. Vicentini: «Uniamo tradizione e innovazione»

di Raffaella Costa

Simbolo di Provenza e di paesaggi assolati, la lavanda incanta con il suo colore viola e la sua dolce fragranza. Richiamo di tranquillità e bellezza. Ma non è solo un’esclusiva delle colline francesi: anche in Italia, e in particolare nell’Oltrepò Pavese, si può ammirare questo spettacolo, tanto che Borgoratto Mormorolo è ormai riconosciuto come il paese della lavanda, offrendo un angolo di Provenza nel cuore della Lombardia. Qui si trova l’Azienda Agricola Impoggio, un’impresa familiare che ha scelto di dedicarsi alla coltivazione della lavanda. Ma cosa ha spinto questa famiglia a intraprendere un cammino così speciale? La risposta arriva dalla titolare, Elena Vicentini, e si intreccia con la memoria e le esperienze dei genitori, che hanno gettato le basi per una tradizione che ora fiorisce.

Cosa l’ha spinta a dedicarsi alla coltivazione della lavanda? C’è una storia particolare dietro questa scelta?

«Tutto è iniziato molti anni fa, quando i miei genitori hanno deciso di sostituire i vigneti, tipici della zona, con culture alternative, aprendo la strada a una nuova avventura imprenditoriale. L’idea di coltivare lavanda nasce da un ricordo d’infanzia, mia mamma aveva visto qualcun altro praticare questa coltivazione nel territorio. Nonostante l’abbandono di quel progetto, il sogno di riportare la lavanda in questi luoghi ha preso forma, dando vita a un’attività che oggi vanta ben 16 anni di storia.  Siamo stati tra i pionieri della coltivazione della lavanda nell’Oltrepò, inseguendo un sogno che voleva unire tradizione e innovazione. Oggi, l’azienda non è solo un campo di lavanda, ma un vero e proprio giardino botanico, dove è possibile scoprire oltre quindici varietà diverse di lavanda, dalle officinali alle ibride.

Elena Vicentini e il marito lavorano insieme in azienda (Ph: Paola Cariati)

Come è evoluta la sua attività nel corso degli anni?

«C’è un mondo dietro la lavanda. Esistono infatti due principali varietà: la lavanda officinale e la lavanda ibrida. Quella che si trova più comunemente nei giardini o lungo i viali, e che viene coltivata su larga scala, è la lavanda ibrida. La si vede spesso quando, a luglio, tutti vanno nella zona più bassa della Provenza per ammirare le fioriture. La lavanda officinale, invece, è la pianta originaria, creata da madre natura. Ha un olio essenziale dalle forti proprietà terapeutiche e i suoi fiori sono commestibili. In Provenza viene coltivata nella parte più alta, collinare e montuosa. Anche noi, trovandoci in collina, coltiviamo questa varietà. È una lavanda più di nicchia: produce meno olio essenziale, ma di qualità superiore, con maggiori proprietà e valore. Quando sono tornata qui — ormai 14 anni fa — ho scoperto che ogni pianta ha un intero mondo dietro di sé. Da noi non si viene solo a fotografare la lavanda: si viene per conoscerla davvero. La lavanda non è solo una pianta ornamentale. La varietà officinale ha proprietà terapeutiche apprezzate in tutto il mondo. I fiori di lavanda vengono utilizzati non solo per produrre oli essenziali, ma anche per creare zucchero aromatizzato e tisane. Nella nostra azienda, ci impegniamo a valorizzare ogni aspetto di questa pianta: dalla raccolta, rigorosamente manuale, all’utilizzo di metodi biologici».

Nel periodo della fioritura aprite la vostra azienda al pubblico. Come funziona la visita?

«Sì, approfittiamo proprio del periodo della fioritura della lavanda per aprire le porte della nostra azienda familiare. Le persone arrivano letteralmente a casa nostra: non è un business in stile Gardaland, per capirci. È un’esperienza diversa, più autentica, in un contesto rurale. Abbiamo un percorso di visita riconosciuto anche da Regione Lombardia, che si chiama “Non solo lavanda”, proprio perché non coltiviamo solo lavanda, ma una cinquantina di varietà di erbe aromatiche, il carciofo Moretto, il finocchietto selvatico, e spieghiamo anche il nostro piccolo vigneto. Inoltre abbiamo due noccioleti con la varietà “Gentile Trilobata”. Ovviamente, la lavanda è la protagonista, ma cerchiamo di far conoscere tutto il mondo che c’è dietro le piante, spiegandolo alle persone in modo semplice e coinvolgente.

Quando è il momento ideale per la raccolta della lavanda? Come lo decidete?

«Dipende dalla natura e dal clima. La lavanda officinale inizia a fiorire di solito ai primi di giugno e la fioritura dura circa quattro, massimo cinque settimane. Quest’anno, visto che ha fatto freddo a lungo, la fioritura è slittata: prevediamo il picco intorno al weekend del 7-8 giugno. Noi garantiamo un periodo di fioritura di circa quattro settimane, ma se il caldo esplode all’improvviso, può accorciarsi. Al contrario, come l’anno scorso, se il clima è più mite, le visite durano anche cinque settimane. Per me, l’indicatore più importante resta uno: le api. Quando non ci sono più api sui fiori, vuol dire che la lavanda ha completato il suo ciclo ed è pronta per essere raccolta».

La fioritura estiva (Ph: Marco Sacchi)

Come avviene la raccolta? Usate macchinari o è tutto manuale?

«Facciamo tutto a mano. Io e mio marito ci occupiamo direttamente del taglio, con un aiuto ogni tanto da parte dei miei genitori, che sono in pensione ma si tengono attivi dando una mano in azienda. La raccolta avviene nelle ore più calde della giornata, perché abbiamo verificato che in quel momento la resa in olio essenziale è maggiore. La lavanda officinale produce meno olio rispetto a quella ibrida, quindi dobbiamo sfruttare ogni piccolo accorgimento. È un lavoro faticoso, certo, ma ancora più impegnativo è il lavoro di pulizia manuale dalle erbe infestanti, che ci occupa quasi due mesi. Anche questo lo facciamo a mano, pianta per pianta».

Durante il periodo della fioritura della lavanda, oltre alle visite, proponete anche esperienze gastronomiche?

«Sì, nei weekend del periodo della fioritura, oltre al percorso di visita, proponiamo anche esperienze legate alla nostra cucina. Siamo accreditati come agriturismo, anche se – da veri agricoltori – non riusciamo a tenerlo aperto tutto l’anno, tutti i giorni. Il tempo non basta! Ma durante il periodo della lavanda, il sabato e la domenica a pranzo, offriamo un menu degustazione a tema: prepariamo ad esempio gnocchi burro e lavanda, panna cotta alla lavanda, infuso fresco alla lavanda. E anche alla sera, per l’apericena, proponiamo il nostro aperitivo con prodotti sempre a tema lavanda».

Come promuovete i vostri prodotti al di fuori di questo periodo?

«I mesi migliori sono da settembre a dicembre, quando partecipiamo a fiere e mercatini locali. È proprio in questi contesti che si valorizzano di più, perché il pubblico è attento ai prodotti del territorio, e apprezza il fatto che arrivino da un’azienda agricola vera, locale e biologica. In primavera cerchiamo di organizzare anche eventi qui in azienda, sempre con l’obiettivo di sensibilizzare le persone. Per esempio proponiamo iniziative sulle api, o attività legate al mondo delle erbe aromatiche e ovviamente alla lavanda. Questo è anche il momento in cui la gente può vedere con i propri occhi il lavoro che c’è dietro ogni coltura, ogni prodotto».

Com’è stata accolta la vostra scelta di coltivare lavanda?

«All’inizio, qualche critica l’abbiamo ricevuta, inutile negarlo. Sembrava quasi una follia piantare lavanda invece di continuare con i classici vigneti. Però con il tempo, le persone hanno iniziato a capire, e oggi la lavanda è vista come una coltura interessante anche per il nostro territorio. Tant’è che molte aziende stanno iniziando a coltivarla, crescono un po’ come funghi… Alcune lo fanno con serietà e competenza, altre – sinceramente – le reputo un po’ incoscienti, perché coltivare lavanda non è una moda, è un lavoro serio, che richiede conoscenze agronomiche, pazienza e tanta cura».

Per conoscere prodotti, attività ed eventi consultate il portale web dell’Azienda Impoggio a questo link 

 

 

 

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©️ RIPRODUZIONE RISERVATA



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