di Claudio Micalizio
Passano i decenni ma accade sempre così: in occasione della Fiera dell’Ascensione, si arriva a Voghera da tutti i comuni e i paesi del circondario per vivere una tradizione che sembra scolpita nel Dna dell’Oltrepò, naturale crocevia di territori e tradizioni differenti. Ma per la Sensia, come da sempre la chiamano i vogheresi, non si arriva in città soltanto dalle colline pavesi o dalle vicine province di Lombardia, Emilia e Piemonte ma c’è chi vi torna anche da più lontano: sono quanti, un tempo cittadini oltrepadani o discendenti di chi in passato viveva da queste parti, oggi non perdono l’occasione per riabbracciare la loro terra d’origine e per celebrare con parenti e amici la festa di una città e del suo territorio.
Ecco perché per i vogheresi la Sensia non è soltanto la fiera più antica di tutta la regione, che già sarebbe un bel motivo di orgoglio, ma piuttosto rappresenta soprattutto un momento per incontrarsi o ritrovarsi tra eventi culturali, stand commerciali dedicati alla valorizzazione delle attività economiche del territorio e, infine, le immancabili giostre del Luna Park o le bancarelle che si snodano per chilometri di strade lungo tutta l’area dell’ex caserma di Cavalleria, cuore di tutte le iniziative.
Un evento atteso e imperdibile che quest’anno si terrà da giovedì 29 maggio a lunedì 2 giugno e che si preannuncia ricco di conferme e innovazioni. Maria Cristina Malvicini, assessore al Commercio, è al lavoro con il suo staff per definire gli ultimi dettagli di un programma realizzato come sempre con il contributo di tante realtà culturali ed economiche del territorio che hanno rinnovato la propria vicinanza alla città di Voghera in questa 641esima edizione della kermesse.

A sinistra l’assessore Malvicini
Ma cosa rappresenta per Voghera il primato della più longeva fiera di Lombardia?
«La Sensia è la nostra storia, la nostra identità – spiega Maria Cristina Malvicini . È un primato che custodiamo con orgoglio e che ogni anno ci richiama al senso più profondo di appartenenza alla comunità. La Fiera dell’Ascensione non è solo un evento commerciale, ma un patrimonio immateriale che affonda le radici nella tradizione agricola, artigiana e religiosa della città. Rappresenta un momento di coesione, di festa collettiva, in cui Voghera si racconta e si apre al territorio. È la fiera popolare più antica della Lombardia, un patrimonio da custodire e non snaturare».
Sensia 2025: quali sono i filoni principali di questa edizione?
«Quest’anno abbiamo voluto rafforzare il legame tra tradizione e innovazione. I filoni principali ruotano attorno a tre assi: la promozione delle eccellenze locali, il sostegno al commercio cittadino e una programmazione culturale e musicale rinnovata. Abbiamo voluto coinvolgere attivamente le realtà del territorio, integrando anche esperienze extra-fiera che valorizzano la città nel suo insieme, con una particolare attenzione ai giovani e alle famiglie».
Tra le anime della rassegna c’è da sempre anche la valorizzazione delle tradizioni locali: quali settori sono rappresentanti quest’anno?
«La Sensia è da sempre la vetrina delle nostre radici. Anche nel 2025, tra gli stand troveremo l’enogastronomia dell’Oltrepò Pavese, l’artigianato, la cultura contadina alla nuova Fiera Agricola in piazzale Fermi e il mondo dell’associazionismo. Accanto a questi settori più tradizionali, vogliamo dare spazio anche a nuove forme di creatività e impresa. Parleremo anche di giovani talenti, di denominazioni comunali d’origine e di produttori locali».
Area eventi: tanti appuntamenti per intrattenere i partecipanti, come è nato il cartellone?
«Il cartellone degli eventi è frutto di un lavoro condiviso con gli uffici comunali, gli organizzatori della Fiera e i soggetti del territorio. Abbiamo ascoltato proposte, accolto suggerimenti e costruito una programmazione che unisce concerti, spettacoli, eventi per bambini, laboratori e presentazioni. L’obiettivo era rendere la Sensia un’esperienza da vivere a 360 gradi, dalla mattina alla sera, tra esposizione fieristica e momenti di intrattenimento. Il risultato è un calendario ricco e variegato che parla davvero a tutte le generazioni. È una festa nazional popolare, che noi abbiamo curato come tale».

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