di Raffaella Costa
L’Ecomuseo del Paesaggio Lomellino, con sede a Ferrera Erbognone nel cuore della Lomellina, rappresenta un progetto culturale e territoriale volto a preservare e valorizzare il patrimonio ambientale, storico e culturale di questa splendida area della Lombardia. Fondato con l’obiettivo di promuovere una maggiore consapevolezza delle ricchezze locali, l’ecomuseo non è una struttura tradizionale, ma piuttosto un museo diffuso, che coinvolge diverse comunità e luoghi del territorio.
Il concetto di ecomuseo si basa sull’idea di museo “aperto”, che si estende oltre i confini di un edificio, integrando il paesaggio, la natura e il patrimonio umano. Nel caso dell’Ecomuseo del Paesaggio Lomellino, il territorio stesso diventa il museo, con i suoi borghi, le sue risaie, i canali, e le chiese che raccontano la storia della Lomellina. Questa formula invita i visitatori a scoprire il territorio in modo interattivo, attraverso itinerari tematici che esplorano tradizioni agricole, architetture rurali, e opere artistiche locali. Da quasi sette anni alla guida dell’Ecomuseo c’è Francesco Berzero, ex sindaco di Breme. Quando ancora nessuno ci credeva e vedeva la Lomellina solo come una terra che andava spopolandosi, lui si è rimboccato le maniche per mettere in vetrina una Lomellina che pochi conoscono.
Presidente, come è cominciata?
«Sono partito da una situazione in cui erano davvero pochi quelli a credere che potevamo portare turismo qui. I sindaci che interpellavo vedevano questo posto come una terra di nebbia e buche sulle strade. Ora le cose sono cambiate e ci stanno credendo anche i lomellini. Quando portiamo i visitatori in un castello non troviamo più le ragnatele, ma un luogo accogliente. E, poi, ci sono i dati sugli arrivi. In questi sette anni abbiamo portato 25mila turisti: vuol dire che siamo stati bravi a proporre dei tour interessanti. Anche gli altri sindaci ora ci credono e questo è un riscontro importante».
Quali sono in questo momento le principali iniziative dell’Ecomuseo?
«Una delle iniziative più importanti è “Lomellina, la piccola Loira”, tour guidati tra i castelli con possibilità di pranzi a base di piatti tipici. Una formula, questa, che sta riscontrando un incredibile successo. Ci sono agenzie di viaggio comasche che sono già al quinto tour in Lomellina. In questo momento stiamo proponendo il “Mordi e fuggi”, domeniche con 6-7 tappe in quei paesini spesso sconosciuti che custodiscono però qualcosa di importante, penso ad esempio a Ferrera Erbognone e alla sua Pala del Moncalvo o al Museo Cassino di Candia Lomellina. La formula, in questo caso, è semplicissima. Il ritrovo è alle 9, ognuno si sposta con la propria automobile. Chi lo desidera può fermarsi a pranzo con noi, ma non è obbligatorio. La persona può scegliere di ricongiungersi al gruppo nel pomeriggio oppure decidere che quanto ha visto in mattinata gli è bastato».
Oggi ci sono tanti giovani che abitano nella nostra provincia e non sanno del nostro patrimonio di abbazie, castelli, musei, natura. Avete pensato anche a delle proposte utili a prendere consapevolezza del luogo in cui vivono?
«Ai ragazzi ci rivolgiamo con il progetto Io sono Lomellino rivolto alle scuole primarie e secondarie. Ai dirigenti scolastici abbiamo proposto una trentina di tour, sia gratuiti che a pagamento, con pacchetti storico-culturali, ma anche di approfondimento dell’economia locale dedicati alle filiere del riso, della cipolla e del salame d’oca e altre tipicità».
A proposito di prodotti tipici, uno dei primi progetti dell’Ecomuseo è stata la Cesta Lomellina, una bellissima idea regalo contenente solo prodotti coltivati in Lomellina. Era il 2017, ora come va questa iniziativa?
«Rispondo con i numeri. Siamo partiti con sei punti vendita e 200 ceste vendute. Oggi i “cestaioli” sono 16, tutti soci dell’Ecomuseo, e le ceste prodotte sono circa 3000. All’inizio Ia Cesta lomellina era vista come regalo tipo per le feste natalizie, oggi è richiesta tutto l’anno. Viene composta con una trentina di prodotti, ma ogni cliente può confezionarla secondo le proprie esigenze, a partire da una spesa minima di 10-15 euro».
Oggi ci sono tanti giovani che abitano nella nostra provincia e non sanno del nostro patrimonio di abbazie, castelli, musei, natura. Avete pensato anche a delle proposte utili a prendere consapevolezza del luogo in cui vivono?
«Ai ragazzi ci rivolgiamo con il progetto Io sono Lomellino rivolto alle scuole primarie e secondarie. Ai dirigenti scolastici abbiamo proposto una trentina di tour, sia gratuiti che a pagamento, con pacchetti storico-culturali, ma anche di approfondimento dell’economia locale dedicati alle filiere del riso, della cipolla e del salame d’oca e altre tipicità».
A proposito di prodotti tipici, uno dei primi progetti dell’Ecomuseo è stata la Cesta Lomellina, una bellissima idea regalo contenente solo prodotti coltivati in Lomellina. Era il 2017, ora come va questa iniziativa?
«Rispondo con i numeri. Siamo partiti con sei punti vendita e 200 ceste vendute. Oggi i “cestaioli” sono 16, tutti soci dell’Ecomuseo, e le ceste prodotte sono circa 3000. All’inizio Ia Cesta lomellina era vista come regalo tipo per le feste natalizie, oggi è richiesta tutto l’anno. Viene composta con una trentina di prodotti, ma ogni cliente può confezionarla secondo le proprie esigenze, a partire da una spesa minima di 10-15 euro».