di Raffaella Costa
La figura di San Contardo è indissolubilmente legata a Broni. Contardo d’Este, il santo, era un nobile appartenente alla famosa famiglia d’Este, vissuto nel XIII secolo. Decise di abbandonare la sua vita agiata per intraprendere un pellegrinaggio verso Santiago di Compostela, come segno di fede e devozione. Durante il suo viaggio, però, si ammalò gravemente e si fermò a Broni, dove morì nel 1249. Subito dopo la sua morte, iniziarono a circolare racconti di miracoli avvenuti sulla sua tomba. La devozione verso San Contardo crebbe rapidamente, tanto che nel 1515 fu dichiarato santo. Oggi le sue spoglie sono conservate nella chiesa parrocchiale di Broni. In suo onore le pasticcerie del comune oltrepadano sfornano anche un dolce tipico: la torta di San Contardo. Ne parliamo con il sindaco Antonio Riviezzi.
Sindaco Riviezzi, qual è l’importanza storica della figura di San Contardo per la comunità di Broni?
«La figura di San Contardo è molto radicata sul territorio, sia per la figura di santo patrono, sia per l’attaccamento della popolazione locale. Ci sono due momenti, durante l’anno, in cui il Santo viene celebrato, ulteriore conferma dell’importanza. La prima è il 16 aprile, in cui si ricorda la data di salita al cielo di Contardo. Questa data è molto importante, infatti vengono assegnate le Benemerenze civiche di San Contardo per persone o associazioni che si sono distinte per meriti in campo culturale, sociale, medico, ecc., o persone o associazioni o realtà che hanno fatto conoscere il nome della nostra città al di fuori dei confini territoriali. Tale consegna avviene nell’ambito di un consiglio comunale, tenuto in forma solenne. Sempre in occasione di tale ricorrenza nel mese di aprile, si svolgono diverse attività, eventi o cerimonie con Zocca e Ferrara, comuni gemellati con Broni. Anch’essi ricordano la figura del santo patrono. Il secondo momento è l’ultimo weekend di agosto. In questa occasione, prettamente di stampo religioso, si celebra la traslazione del corpo di San Contardo nella Basilica. I resti di San Contardo, infatti, sono custoditi in un’arca all’interno della Basilica».
Ci sono leggende o tradizioni popolari legate alla sua figura che sono ancora vive nella memoria collettiva?
«Il santo patrono è stato oggetto di attenzione dalla popolazione per diverse richieste, ma principalmente quelle riguardanti problemi di cefalee e cervicalgia. Da secoli, la popolazione raccoglie la lavanda che cresce in modo spontaneo sul Monte di San Contardo per la realizzazione di essenze, che vengono usate per curare questi problemi o comunque alleviarli».
Il turismo religioso è in crescita. Come si intende valorizzare la figura di San Contardo per attrarre un pubblico più ampio e promuovere il turismo a Broni?
«In virtù dei gemellaggi con i comuni di Zocca e Ferrara, negli anni sono state organizzate diverse iniziative culturali, gemellaggi e scambi di doni, principalmente legati a prodotti del territorio, valorizzando realtà e associazioni. Nel futuro l’obiettivo è quello di rafforzare maggiormente il rapporto di gemellaggio con i due comuni al fine di organizzare sempre più iniziative in memoria di San Contardo, con lo scopo di attrarre sempre più turismo locale».