Tra i colli sulla sinistra del torrente Staffora, tra il verde dei prati e le alture che incorniciano la strada provinciale che porta a Varzi, sorge un piccolo borgo magico, dove tra le case in pietra dai balconi fioriti il tempo sembra essere sospeso.
San Ponzo Semola è uno dei molti gioielli nascosti dell’Oltrepò Pavese, frazione di Ponte Nizza dal 1928 e appartenuto nei secoli ai vescovi di Pavia prima, e alla famiglia Cesarini Sforza poi. Il borgo non ha cinta muraria, ma è sorto intorno a una pieve romanica dell’XI secolo di cui ancora si possono vedere parti della muratura originaria nella parte inferiore del campanile e la fonte battesimale del 1161. La chiesa, che sorge al centro della piazzetta principale, è stata ampiamente rimaneggiata nel Quattrocento, ma è ancora bellissima da visitare.
In stile romanico lombardo, la Pieve è stata dichiarata monumento nazionale e all’interno conserva ancora tracce di affreschi datati tra il XVI e il XVIII secolo. Ma c’è un altro motivo per cui San Ponzo Semola merita di essere scoperto, ed è la storia della figura che dà nome al piccolo borgo: San Ponzo, eremita del III secolo d.C. le cui spoglie sono conservate proprio dentro la chiesa. A circa 3 km dal paese, in direzione del monte Vallassa, ancora si possono visitare le grotte naturali dove visse il santo, e dove si dive operò miracoli attraverso le prodigiose virtù dell’acqua che un tempo sgorgava da quelle rocce.
Il 14 maggio, giorno del martirio di San Ponzo, i fedeli e la comunità ancora si riuniscono alle grotte per ricordare e festeggiare insieme la memoria del santo patrono del paese.
(Foto copertina di: www.visitpavia.com)