Una piacevole passeggiata per fare il pieno di storia, arte e cultura. È quella che parte dal Castello Visconteo di Pavia, che ospita i Musei Civici, in cui si trovano importanti collezioni permanenti e mostre temporanee. Qui, nel maniero che fu costruito per volontà di Galeazzo II Visconti tra il 1360 e il 1365, è possibile visitare la sezione archeologica e altomedievale con gli splendidi reperti romani, goti e longobardi; la sezione Romanica, Gotica e Rinascimentale, la Pinacoteca Malaspina con opere dal XIV al XVI secolo (attualmente chiusa per lavori), la Sala del modello ligneo del Duomo, la Pinacoteca del Seicento e Settecento, la cosiddetta “Sala del collezionista” (in riallestimento) e la “Biblioteca di corte”, la Quadreria dell’Ottocento, la Collezione Morone, i Paesaggi pavesi del ‘900, il Museo del Risorgimento e la sezione di Scultura moderna e Gipsoteca. Dopo aver fatto il pieno di bellezza, si percorrono i giardini del castello, sino all’uscita su viale XI Febbraio. Si imbocca via Liutprando, via Griziotti (il tragitto è di soli 200 metri) e si arriva in Piazza San Pietro in Ciel d’Oro, che ospita la meravigliosa basilica.
Il suo cielo è davvero d’oro, sopra l’Arca di Sant’Agostino, e accoglie i fedeli e i visitatori che vi fanno ingresso, con sorprendente maestosità. La Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, a Pavia, è, insieme al San Michele Maggiore, la basilica più importante della città, e anche quella maggiormente presente nella storia. Una basilica che conobbe il massimo splendore in epoca longobarda, con il re Liutprando, proprio quando arrivarono dai Saraceni le reliquie di Sant’Agostino.
Di epoca romanica, costruita nel 1100 sul luogo dove era sepolto Severino Boezio, mostra una facciata a capanna, tripartita, in cotto, con decori in arenaria e da una loggia cieca sormontata da una cornice in cotto. L’interno, l’impostazione è a tre navate con absidi, e custodisce anche una cripta – dove si trova la sepoltura di Severino Boezio (ne parla anche Dante nella Divina Commedia, ndr), e un oratorio. Il nome in Ciel d’Auro farebbe riferimento a un mosaico absidale in tessere d’oro.
(Eleonora Lanzetti)