di Raffaella Costa
A Zinasco, da quasi mezzo secolo, l’alba della Sagra di Sant’Antonio si annuncia con un profumo inconfondibile che avvolge le vie del paese.
È il profumo dei cotechini che cuociono lentamente in enormi pentole già da quando è ancora buio, sotto la cura dei volontari che per quella notte scelgono di non dormire, pur di garantire il successo di una manifestazione giunta quest’anno alla 47esima edizione.
In programma domenica 19 gennaio, la Sagra di Sant’Antonio è un appuntamento che si rinnova da decenni, un filo che lega passato e presente, un momento in cui Zinasco mostra il suo volto più autentico e accogliente.
Le bancarelle vengono allestite nella piazza del paese al mattino, quando i primi podisti iniziano ad arrivare. Sono corridori di ogni età, famiglie intere con bambini e gruppi di amici: si preparano per la marcia non competitiva che è diventata ormai una tradizione imperdibile di questa festa. Ci sono tre percorsi: sette, tredici e diciannove chilometri, per accontentare tutti, dai principianti agli sportivi più allenati. Nelle cucine, intanto, fervono gli ultimi preparativi. Ben 3500 cotechini sono preparati con cura certosina, seguendo la ricetta tradizionale. È un lavoro immane quello dei volontari della Pro Loco, ma ogni anno la soddisfazione della gente ricorda che ne vale la pena.
Le bancarelle offrono prodotti di ogni tipo: dall’artigianato locale ai dolci tipici, dai prodotti gastronomici della tradizione lomellina agli oggetti più curiosi. La festa entra nel vivo quando i primi podisti terminano la gara e sono concluse le cerimonie religiose. Come da tradizione le file per i cotechini si allungano, ma nessuno si lamenta: è parte del rituale, un momento di socialità in cui si chiacchiera con il vicino di coda, si commentano i percorsi della marcia, si ricordano le edizioni passate. La Sagra di Sant’Antonio, insomma, non è solo una festa: è il momento in cui la comunità di Zinasco si ritrova, si riconosce. È la tradizione che si rinnova, che si adatta ai tempi ma mantiene intatto il suo cuore. Come ci racconta il primo cittadino di Zinasco, Massimo Nascimbene.
Sindaco, ci racconti come è nata questa storica sagra.
«La Sagra di Sant’Antonio ha radici profonde nella nostra comunità. È nata con una duplice anima: da un lato la corsa podistica, dall’altro la tradizionale distribuzione dei salamini con il vino e la benedizione dei mezzi agricoli e degli animali. Inizialmente era organizzata dal comitato di Sant’Antonio, con il patrocinio del Comune. Oggi è la Pro Loco che porta avanti questa bellissima tradizione, sempre in collaborazione con l’amministrazione comunale».
Come si è evoluta nel tempo la manifestazione?
«La manifestazione è ancora molto sentita, nonostante le difficoltà incontrate nel corso degli anni. Una delle tradizioni che manteniamo con orgoglio è proprio la consegna dei cotechini a tutti i partecipanti della marcia podistica. Quest’anno avremo circa una trentina di bancarelle, a conferma di un format che ha sempre funzionato bene».
Zinasco ha una forte identità agricola. Come si riflette questo nella sagra?
«Essendo Zinasco un comune prevalentemente agricolo, la benedizione degli animali e dei mezzi agricoli rimane un momento molto sentito della manifestazione. È un modo per mantenere vivo il legame con le nostre radici e la nostra identità territoriale».
La manifestazione attira anche persone da fuori?
«Sì, grazie alla gara podistica accogliamo partecipanti che arrivano dalla provincia di Milano e anche da altre regioni. In passato abbiamo avuto società podistiche che venivano persino dalla Svizzera, da Torino e da Bologna. È un orgoglio vedere come la nostra sagra sia apprezzata anche oltre i confini locali».
Qual è il programma dettagliato di quest’anno?
«I festeggiamenti iniziano venerdì 17 gennaio alle 10:00 con la messa nel giorno della festività di Sant’Antonio. Domenica 19 è il giorno clou: si parte alle 8 con i tre percorsi non competitivi da 7, 13 e 19 km. Ogni partecipante riceverà un cotechino e una bottiglia di vino. A proposito dei cotechini, i nostri instancabili volontari iniziano a cucinarli già dalle 2-3 di notte – ne prepariamo ben 3.500! – per garantire una cottura perfetta. Alle 11 celebriamo la santa messa solenne, seguita dalla processione per le vie del paese con la statua di Sant’Antonio, patrono di Zinasco. Nel pomeriggio, alle 14:30, c’è la benedizione dei mezzi agricoli e degli animali, con la distribuzione dei salamini. Durante tutta la giornata sarà possibile visitare le bancarelle di alimentari, oggetti vintage e artigianato. L’ultimo appuntamento è verso le 16 con l’estrazione della lotteria di Sant’Antonio, che mette in palio premi davvero interessanti».
Quanto è importante il ruolo del volontariato per questa manifestazione?
«È fondamentale. Voglio ringraziare sia i volontari che la Pro Loco per l’ottimo lavoro che svolgono. Come dico sempre, dove c’è la Pro Loco i comuni vivono: senza Pro Loco, senza associazioni e senza volontariato, un paese tenderebbe a morire e a perdere le sue tradizioni. E questo non vale solo per Zinasco».
Un messaggio finale per i cittadini?
«Vorrei ringraziare tutti i cittadini che dedicano il proprio tempo a questa manifestazione. Il loro coinvolgimento è fondamentale per fare comunità e per il bene comune. Solo tutti insieme riusciamo a realizzare grandi cose, e dedicare il proprio tempo alla comunità è il regalo più prezioso che si possa fare».