Case in pietra adornate di fiori, strette viuzze su cui si affacciano balconi e davanzali decorati in ogni stagione dell’anno. Attorno le cime dell’Alta Valle Staffora. Un luogo idilliaco che sembra uscito da qualche catalogo della Svizzera alpina, ma che in realtà è la rappresentazione della cura per il posto in cui si vive, da parte degli abitanti. Vi portiamo a Cegni, un borgo fuori dal tempo nel cuore dell’Alto Oltrepò. Ci troviamo a circa 800 metri di altitudine, alle pendici del monte Bogleglio, in una piccola frazione di Santa Margherita Staffora.
La “piccola Svizzera” pavese – così viene soprannominato il borgo per via della conformazione del luogo, dell’architettura tipica dei paesini di montagna, e l’estrema cura degli spazi pubblici e privati – è una meta consigliata, per una deviazione dopo la visita alla città di Varzi. Cegni è conosciuta soprattutto per il Carnevale Bianco estivo e la falegnameria Zanocco, simboli della tradizione da queste parti, fatta di ritmi lenti, e vivere bene.
Qualche numero di questo luogo unico: durante la settimana a Cegni vivono 37 persone (solo una decina sotto i 60 anni) e due bambini. Nel weekend il numero raddoppia, grazie alle seconde case di villeggiatura. Non manca nulla: c’è un negozio di alimentari, e persino un pub frequentato dove si organizzano serate con musica dal vivo e ristoro, il Ca’ del Jack. Il “tutto esaurito” di Cegni si registra durante i mesi estivi, quando la temperatura si fa più fresca, ed è piacevole raggiungere la media altura per non boccheggiare. In quel periodo il borgo arriva ad essere abitato da oltre 250 persone.
Un’altra particolarità? Le cantine a schiera: casette costruite su due piani con una parte interrata dove rimessare le botti per il vino. Oggi vengono utilizzate d’estate per merende o pranzi. Ogni famiglia ne ha una.
(Eleonora Lanzetti)