Era il 25 marzo 1609 e Agostino Rattazzi, un giovane paralizzato dalla nascita, stava tornando da Belgioioso a Pavia condotto da un domestico che, arrivato all’edicola della Madonna, dove la Vergine è ritratta nell’atto di offrire un frutto al Bambino che tiene in braccio (realizzata nel 1577, durante la peste che colpì Pavia), lasciò il ragazzo per fare una commissione.
Agostino, nell’attesa, si rivolse alla Madonna chiedendo di essere liberato da “questa deplorevole infermità”: dopo poco camminava da solo sulla strada verso Pavia. La notizia del miracolo si sparse velocemente per tutta la città e ben presto si decise di erigere una chiesa a ricordo dell’evento con l’approvazione dell’allora Vescovo, monsignor Giovanni Battista Biglia. I lavori per la realizzazione del santuario mariano iniziarono nell’agosto dello stesso anno. Una volta completato, il santuario venne affidato prima ai Sacerdoti Secolari, ma da lì a poco ai Carmelitani (da cui deriva la denominazione Santa Teresa – fondatrice della congregazione – che identifica tutto il quartiere) che vi rimasero fino alla loro soppressione nel 1799. Il santuario divenne un deposito militare, quindi una stalla e ceduto ai privati nel 1823. Venne riaperto al culto nel 1824 e nel 1896 venne rinnovata l’intitolazione alla Beata Vergine Maria delle Grazie dal vescovo Agostino Riboldi.
(Bruno Gandini)