Capitale del vino dell’Oltrepò Pavese e una delle più importanti realtà vitivinicole dell’Italia Nord-Occidentale, Broni sorge in cima a un colle da cui, nelle giornate più limpide, si arriva a scorgere Milano. Nel cuore del borgo, antico caposaldo dei signori di Pavia, i Beccaria, si nasconde un prezioso gioiello architettonico e artistico.
È la Basilica di San Pietro Apostolo, elevata a grado di basilica minore nel 1953: svetta con la sua mole massiccia in piazza San Francesco, sul lato opposto del Municipio, e colpisce fin dal primo sguardo con la facciata imponente, sovrastata da una cupola ottocentesca e dal campanile seicentesco. Il complesso venne costruito nel XVI secolo su una precedente chiesa di epoca medievale, ed è diventato nel tempo una meta di pellegrinaggio e preghiera poiché, all’interno in un’arca di legno dorata sistemata in una cappella affrescata, conserva le spoglie del patrono San Contardo d’Este. Proprio l’interno è il motivo per cui la Basilica merita di essere visitato: oltre la soglia, infatti, le tre navate sono abbellite da un ricco apparato decorativo realizzato a partire dal XVII secolo, e caratterizzato da una serie di ornamenti in stucco, affreschi, statue e marmi.
A colpire subito spicca la volta a botte della chiesa, decorata nel 1929 dal pittore bergamasco Pietro Servalli, ma anche le altre cappelle sono riccamente decorate, così come i fascioni che dividono le navate. Particolarmente notevole la cappella del Rosario, creazione settecentesca con un tripudio di stucchi che incorniciano le opere pittoriche di Giovanni Battista Tassinari, pittore pavese attivo nella diocesi tortonese XVII secolo; secondo gli storici, la cappella del Rosario fu il piccolo oratorio da cui ebbe origine l’attuale costruzione. Tra le altre cappelle, interessati quella dedicata a San Contrado, dove si trovano il corpo del santo e un ciclo di affreschi di Giovanni Battista del Sole che ne raccontano la vita e le opere, e la cappella del Sacro Cuore, abbellita dal Trittico di Guerra, opera novecentesca del pittore divisionista tortonese Angelo Barabino.
Le nicchie che si aprono lungo le pareti ospitano imponenti statue dei Dottori della Chiesa, e si alternano con la grande tela attribuita al milanese Carlo Preda, raffigurante il martirio di San Pietro Apostolo. Di grande valore anche il coro ligneo: risalente al XVIII secolo, e su due ordini divisi da braccioli scolpiti.
(Foto di: www.visitpavia.com)