A Vigevano si trova una delle piazze più belle e scenografiche d’Italia: piazza Ducale è un capolavoro, e merita di essere scoperta in ogni suo angolo. Tra portici, caffè storici, ristoranti e negozi, si passeggia su quella che per Ludovico il Moro doveva essere l’anticamera del suo Castello.
Si entra nella grande piazza rinascimentale costruita tra il 1492 e il 1494. Immensa: è lunga 134 metri e larga 48, edificata su tre lati -sul quarto si trova la Cattedrale di Sant’Ambrogio – contornata da portici secondo il modello romano e arcate sorretti da 84 colonne con capitelli tutti di fogge differenti tra loro. Sopra ogni colonna c’è un medaglione che ritrae personaggi dell’epoca romana e rinascimentale con alcuni motti e proverbi. La torre del Bramante svetta sul lato sinistro (chiesa alle spalle) e svolge la funzione di ingresso al Castello dalla piazza.
La piazza, la cui pavimentazione è stata realizzata con i ciottoli bianchi e neri provenienti dal fiume Ticino, vide continui rifacimenti, viscontei e sforzeschi, e venne definitivamente modificata dal vescovo-architetto Juan Caramuel Lobkowitz che, nel 1680, chiuse il quarto lato con la facciata barocca della Chiesa Cattedrale, eliminò la rampa d’accesso al castello e i due archi trionfali. La nuova facciata della cattedrale è concava, addossata alla chiesa come una quinta teatrale. La cattedrale di Vigevano è stata consacrata il 24 aprile 1612, fu iniziata da Francesco II Sforza nel 1532. All’interno del Duomo si trova un piccolo tesoretto di manoscritti di grande valore, messali, arazzi fiamminghi, affreschi e un prezioso paramentale in fili d’oro, utilizzato dal papa per incoronare Napoleone Bonaparte re d’Italia nel duomo di Milano nel 1805.
Grazie all’importanza data alla chiesa, rispetto alla predominanza del castello di inizio costruzione, quella che si può ammirare oggi non è più piazza-castello, ma a tutti gli effetti una piazza-chiesa, come assetto. Un vero e proprio salotto della città, punto di ritrovo di cittadini e turisti, in un luogo di grande fascino.
(Eleonora Lanzetti)