Marchese, architetto e collezionista, Luigi Malaspina di Sannazzaro ristrutturò la dimora secentesca della famiglia (ora dimora del Prefetto) a cui aggiunse nel 1829 lo stabilimento delle belle arti (occupata ora dalla biblioteca Bonetta e dagli archivi civici) divenuto necessario per ospitare le sue notevoli – come qualità e quantità – collezioni di stampe, libri, quadri, monete. Il tutto destinato dal marchese, con testamento olografo datato 3 giugno 1833, a diventare il primo nucleo degli attuali Musei Civici ospitati al Castello Visconteo.
Sul retro anche un parco all’inglese, i Giardini Malaspina, per la cui realizzazione venne sacrificato il chiostro della chiesa dell’Annunciata. Al cortile d’onore di Palazzo Malaspina si accede dalla via omonima attraverso un cancello in ferro battuto in mezzo a due ali di semicolonne in marmo con i busti di Severino Boezio e Francesco Petrarca.
La facciata presenta un porticato a cinque cerchi sormontato da altrettante finestre. All’interno sale ben conservate. Dalla Sala del Regno con decorazioni rococò che raffigurano armi, strumenti musicali e putti, alle Sala Azzurra, la Sala Rossa, il Salone Giallo e quello blu che conservano ancora preziosi arredi d’epoca come le maniglie delle porte con le iniziali di Luigi Malaspina, ma anche tavoli in marmo, candelieri e specchiere. Si stacca da tutte la altre, per via delle decorazioni orientaleggianti, la Sala Turca.
(Bruno Gandini)