Grande paladino del Liberty, seppure interpretato in modo non del tutto convinto, Alfredo Devoti fu particolarmente attivo a Pavia tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo e il palazzo che porta il suo nome può essere considerato il suo saluto alla città visto che venne completato nel 1912, due anni prima della sua morte.
Rispetto agli altri numerosi interventi da lui portati a termine in città, in questo caso Devoti interviene su uno stabile di sua proprietà e, come spesso accaduto in quegli anni, viene costretto a fare i conti con i limiti imposti dalla commissione edilizia comunale che frena i suoi slanci liberty nelle decorazioni della facciata. Le critiche finirono per toccare anche le forme delle finestre su cui però Devoti la spuntò. All’angolo tra via XI Febbraio e viale Matteotti con vista sul Castello Visconteo, Devoti realizza, aiutato dall’ingegnere Marco Forni, un palazzo a forma di “V” con taglio diagonale dell’atrio in cui ha trovato posto lo scalone. Un palazzo destinato a ospitare negozi ma soprattutto appartamenti. Quattro piani a cui aggiungere l’ammezzato e un alto tetto mansardato con balaustra continua che tradisce un’influenza parigina con richiamo ai palazzi dei Grands Boulevards.
(Bruno Gandini)
Foto da Wikipedia di Markkv