Se si volesse rintracciare l’anima di Pavia questa è da ricercare nelle acque del Ticino. Però le immagini di pioppeti, di argini, di barche e di moli non sarebbero riuscite a trasmettere all’eventuale spettatore il fermento culturale ed economico della città senza il profilo della cupola del Duomo. È considerato il simbolo di Pavia; fra i maggiori monumenti che definiscono la città, l’imponente mole del Duomo ne testimonia il passato da capitale.
La sua costruzione ha attraversato secoli e stili architettonici: dal 1488 al 1933; sorge sul sito delle due preesistenti antiche cattedrali romaniche, unite e comunicanti, di Santo Stefano e di Santa Maria del Popolo. Si tratta di un monumento incompleto e, tuttavia, perfettamente inserito nel contesto medievale cittadino: anche nella facciata del Duomo domina il rosso dei mattoni, intervallato dal bianco delle fasce orizzontali. Il gioco dei volumi geometrici termina nel tiburio che si innalza a sorreggere la cupola ottagonale di fattezza bramantesca, opera progettata da Carlo Maciachini nel 1884 circa: è la terza cupola in Italia per grandezza dopo San Pietro a Roma e Santa Maria Novella a Firenze.
L’interno è caratterizzato da una ricchezza di quadri raffiguranti i vescovi della città e da arredi sacri quali il pulpito, scolpito delle figure degli apostoli nel 1670 da Zannelli e gli altari in cui sono conservate le spoglie dei santi di Pavia, fra i quali San Siro. Il Duomo di Pavia è il volto della città.
(Giuseppe Chiavaroli)