Là dove sorgeva una chiesa longobarda dedicata a Sant’Agnese – che intorno all’anno Mille venne intitolata a San Teodoro, che ne era stato probabilmente il sacerdote -, sul finire del XII secolo venne edificata una nuova basilica che mantenne il nome del santo che fu vescovo di Pavia tra il 742 e il 753 e le cui spoglie riposano all’interno della chiesa sull’altare maggiore. In stile tardo romanico in cotto lombardo, tre navate di tre campate ciascuna, con il presbiterio sopraelevato sopra una cripta con volte a crociere e una selva di colonne.Di particolare importanza nella navata di sinistra l’affresco di Bernardino Lanzani ( foto sopra) che ritrae, a volo d’uccello, Pavia e le sue tante torri negli anni della guerra tra Spagna e Francia: in primo piano Sant’Antonio abate seduto sulla riva destra del Ticino. A fianco di questo affresco, una versione più antica con il medesimo soggetto rimasta però incompiuta: sono le più antiche immagini di Pavia. La parete sinistra del transetto ospita l’affresco con la storia di San Teodoro, realizzata da un anonimo artista lombardo nel Cinquecento: in dodici riquadri viene ripresa la leggenda di un San Teodoro i cui miracoli avevano permesso a Pavia di salvarsi durante l’assedio di Carlo Magno. Nella prima campata della navata destra un altro ciclo cinquecentesco, quello dedicato alla vita di Sant’Agnese.
(Bruno Gandini)