Un grande esempio di archeologia industriale vigevanese e al tempo stesso un piccolo gioiello architettonico che porta la firma dell’architetto Gaetano Moretti, allievo di Camillo Boito, che al tempo si stava occupando del restauro di Piazza Ducale.
La centrale idroelettrica “Ludovico il Moro” di Vigevano, iniziata nel 1904 ed entrata in funzione due anni dopo, è uno splendido edificio in stile Liberty. Con capitelli, fregi e curiosi pluviali a forma di testa di drago.
All’interno sono visitabili sia le turbine attualmente in produzione che quelle originarie, totalmente ristrutturate. Nella centrale sono ancora conservati il bancone di comando originale in alabastro nero, le due turbine di eccitazione dinamica e il gruppo 1 che ha funzionato per ben 99 anni, fino al febbraio 2003.
La centrale si serve delle acque del Naviglio Sforzesco per poi restituirle al Ticino. Il passaggio avviene attraverso delle condotte forzate e sfruttando il dislivello di 18 metri tra il canale di carico e quello di scarico.
Attraverso la trasformazione dell’energia cinetica in energia elettrica per mezzo dell’alternatore viene immessa sulla rete di distribuzione nazionale energia elettrica pulita e rinnovabile.
La centrale, oggi gestita da Enel Green Power, è considerata un vero e proprio patrimonio industriale e tecnologico della Lombardia per la sua importanza storica, architettonica ed energetica.