Il nome lo deve ai tanti orti che la circondavano e che evidentemente vedevano la verza recitare un ruolo da assoluta protagonista. La prima notizia che si ha della Chiesa di San Pietro in Verzolo, grazie a un documento datato 929, la nomina però come “San Pietro dei lebbrosi“. Nei pressi, infatti, si trovava un ospedale destinato a chi, per via di quella orribile malattia, non era gradito all’interno delle cerchie cittadine.
Nel corso dell’XI secolo a fianco della chiesa, che ha anche dato il nome allo storico quartiere di San Pietro, venne eretto un cenobio benedettino legato al monastero di Santa Maria Teodote di Pavia (oggi Seminario vescovile). I cistercensi di Chiaravalle presero in mano la struttura sul finire del XV secolo e, più o meno nello stesso periodo, l’originale struttura romanica della chiesa venne compromessa da vari rimaneggiamenti. Venne realizzato un grande chiostro cinquecentesco andato distrutto, mentre si conserva il piccolo chiostro quattrocentesco con tracce romaniche.
Nelle vicinanze della chiesa – che si trova sulla strada che da Pavia portava a Cremona e Piacenza – si era creato con il trascorrere dei decenni un Borgo fiorente che non superò l’assedio francese, preludio alla celebre Battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525: le case furono bruciate, abbattute, devastate. Il monastero cistercense venne soppresso nel 1798, ma la chiesa sopravvisse.
(Bruno Gandini)