Sulla strada che in epoca romana da Pavia conduceva nelle Gallie sorge Valeggio, borgo la cui origine si perde nell’Età del Bronzo, come testimoniato dai reperti archeologici custoditi a Gambolò. In epoca medievale venne saccheggiato e occupato dai milanesi per il suo ruolo di controllo sulla valle circostante (il suo nome latino Vallicium deriverebbe proprio da vallicola cioè “piccola valle”).
Proprio per la sua posizione vi venne edificato un maestoso castello (secondo le testimonianze i primi lavori iniziarono nel Trecento), un vero e proprio unicum per tutta la Lomellina. La caratteristica principale è la sua pianta trapezoidale con le sette torri disposte in maniera asimmetrica lungo il perimetro esterno. Fra i numerosi castelli della regione circostante, il Castello di Valeggio ha conservato immutati i tratti distintivi di una fortificazione difensiva: effettivamente, pur mutando di funzione (fino a diventare deposito alimentare e tenuta agricola per il Ducato di Milano) conservò sempre un fossato esterno.
Al suo interno soggiornarono personaggi illustri come Carlo V e, in epoca rinascimentale, il giovane Pico della Mirandola. Come fatto per il Castello di Sartirana, al suo interno opera il Centro Documentazione Studi e Ricerche della Lomellina impegnato nella realizzazione di attività culturali e sociali. Le vaste sale interne presentano volte a vela; purtroppo poco rimane degli arredi interni e delle decorazioni a causa di continui saccheggi. L’Università di Pavia è coinvolta, tuttavia, in ricerche volte a verificare se si sia o meno la mano di Leonardo da Vinci dietro la progettazione della struttura.
(Foto da Wikipedia di Alessandro Vecchi)