La Basilica di San Michele Maggiore di Pavia, è forse la chiesa più importante e conosciuta del capoluogo lombardo. Ancor prima del Duomo. Il capolavoro di stile romanico lombardo, risalente al VII secolo di fondazione longobarda, fu ricostruita nei secoli XI e XII, ed è meta di turisti e pellegrini da tutta Europa. Le tre facciate sono un capolavoro, così come i bassorilievi che rappresentano soggetti biblici, creature misteriose ad animali fantastici, realizzati in pietra arenaria dell’Oltrepo’.
È una delle basiliche più antiche e ricche di storia del Nord Italia, sede di varie incoronazioni di re d’Italia. Il più altisonante? Federico Barbarossa (nel 1155), ma anche Arduino d’Ivrea (nel 1002) e Ottone II (nel 1004). La figura dell’arcangelo San Michele sovrasta l’ingresso principale e domina l’intera facciata; ai suoi piedi, un drago che simboleggia la sconfitta del diavolo. Le altre due sculture sui portali minori raffigurano Ennodio ed Eleucadio, due santi vescovi di cui la chiesa conserva le reliquie.
L’interno presenta un impianto a croce latina con tre navate di quattro campate ciascuna, coperte con volte a crociera. Sotto il presbiterio si trova la cripta a tre navate, che nel 1614 venne dedicata a San Carlo e conserva il monumento funebre del beato Martino Salimbene. A colpire i visitatori sono i nuovi colori del Bel San Michele, tornati alla luce dopo un importante intervento di restauro ed eliminazione di strati pittorici che oscuravano la brillantezza dei decori pittorici. Proprio grazie ai lavori di restauro della volta a crociera della navata centrale nella primavera del 2022, è emerso un prezioso ritratto, inizialmente identificato con Federico Barbarossa, che qui è stato incoronato imperatore, ma che si pensa possa essere attribuito alla figura dell’imperatore Costantino. Un luogo unico, che merita una visita a due passi dal fiume Ticino e dal Ponte Coperto.
(Eleonora Lanzetti)