Maria Giudice, nata a Codevilla il 27 aprile 1880, è stata una figura di spicco del movimento socialista italiano. La sua storia, segnata da una profonda passione per la giustizia sociale e da un’implacabile impegno politico, merita di essere ricordata e celebrata.
Nata in una famiglia di origini umili, Maria fin da giovane mostrò un forte interesse per i temi sociali e politici. Dopo aver frequentato le scuole a Pavia, ottenne il diploma magistrale e iniziò a insegnare. Ma la sua vera vocazione era la politica.
A Voghera, dove iniziò la sua carriera di insegnante, Maria entrò in contatto con il Partito Socialista Italiano (PSI). Ben presto divenne una figura di riferimento per i lavoratori della zona, dedicandosi con passione alla propaganda socialista e alla difesa dei diritti dei più deboli.
La sua attività politica la portò ben presto a ricoprire ruoli di grande responsabilità all’interno del partito. Fu segretaria della Camera del Lavoro di Voghera, animò numerose manifestazioni e scioperi, e fu più volte arrestata e condannata per le sue idee.
Maria Giudice fu una donna che si fece strada in un mondo prevalentemente maschile, sfidando le convenzioni sociali e dimostrando una determinazione e un coraggio fuori dal comune. La sua vita fu segnata da continue lotte e sacrifici, ma non si arrese mai.
Maria Giudice morì a Roma nel 1953, lasciando un’eredità indelebile nel movimento operaio italiano. Ai suoi funerali, molto partecipati, presenziarono anche Sandro Pertini e Giuseppe Saragat. La sua storia è un esempio di come una donna, proveniente da una piccola realtà provinciale, possa diventare una protagonista della storia del suo Paese.
Le radici pavesi di Maria Giudice sono profondamente legate alla sua formazione e alla sua crescita politica. Fu proprio a Pavia che la giovane Maria iniziò a maturare la sua coscienza sociale e a sviluppare quell’amore per la giustizia che la avrebbe accompagnata per tutta la vita.
Maria Giudice è stata una donna straordinaria, un esempio per tutte le generazioni.