Nel 1889, il giovane Arturo Toscanini, già famoso per il suo carattere deciso e la passione per la musica, venne chiamato dalla Società del Teatro di Voghera per dirigere opere come “Aida” e “Norma” (che mai avrebbe realizzato in carriera). Reduce dal suo esordio a Rio de Janeiro nel 1886, Toscanini fece tappa nella città iriense per una delle sue prime stagioni, lasciando il segno non solo per la sua musica ma anche per alcuni incidenti memorabili.
Tra questi, ci fu un episodio con un violoncellista, che durante le prove non diede un grande esempio di bravura. Toscanini, visibilmente esasperato, lo fermò bruscamente e gli rivolse parole dure: «Lei domani porti una sega. Almeno taglierà un po’ di legna». Ma non finisce qui: durante un’altra prova, infuriato con un suonatore di corno da caccia, gli lanciò la bacchetta addosso.
L’incidente più famoso, tuttavia, coinvolse una soprano, seduta comodamente su una sedia, riluttante a ripetere una parte. Il direttore non fu affatto delicato: «Va bene che sei seduta sulla parte migliore di te, ma quest’aria qua la devi riprovare da capo, perdio!». A queste parole seguì un commento indignato da parte di un ufficiale di cavalleria, presente in sala, presumibilmente invaghito della cantante. Toscanini, senza pensarci due volte, fermò l’orchestra, appoggiò la bacchetta sul leggio e urlò furioso: «Chi ha fatto entrare quel pagnottista?». Fu un insulto pesante che culminò in una sfida a duello, poi sventata grazie all’intervento del vice-sindaco di Voghera, Desiderio Beltrami.
Tanti anni dopo, nel 1951, Toscanini tornò a Voghera. A bordo di un’auto proveniente da Genova, accompagnato dal giornalista Orio Vergani, il celebre direttore si fermò davanti ad una pasticceria. Nonostante l’età avanzata, Toscanini scese dall’auto con passo deciso e chiese, con voce ferma: «Esiste ancora quel teatrino nel quale io diressi, quasi ragazzo, tanti anni fa?». Gli risposero immediatamente: «Certo, maestro, è quasi davanti a noi…». Il desiderio di rivedere quel teatro, seppur per un breve momento, si accese in lui. Le autorità locali si radunarono rapidamente, si accesero le luci del teatro, e Toscanini si lasciò invadere da un ricordo nostalgico: «Avevo soltanto 22 anni quando diressi qui. Era una delle mie prime stagioni». Non era solito commuoversi, ma quel ritorno nel luogo che aveva segnato l’inizio della sua carriera lo colpì profondamente.
Questo episodio, carico di ricordi e di emozione, è riportato nel libro di Vittorio Emiliani Vitelloni e Giacobini, un vivace racconto che ritrae la vita culturale tra Voghera e Milano nel dopoguerra, con protagonisti della scena artistica e giornalistica del tempo.