I resti del patrono di Voghera, San Bovo, si conservano nel Duomo di Voghera. Mentre la storia di questo santo, associato anche alla protezione degli animali, ha radici in Francia. La leggenda vuole che Bovo fosse un cavaliere franco, figlio di due nobili provenzali, Adelfrido e Odelinda. Nella prima parte della sua giovinezza si dedicò alla difesa della fede impugnando armi e vestendo corazze, per combattere i Saraceni. Si narra che le sue fossero state eroiche nella battaglia dell’assedio di Frassineto, dove fu determinante per la conquista della fortezza dei Mori.
Era il 973, ma dopo quell’impresa, la narrazione delle gesta di guerriero di Bovo, si interrompono. E cambia lo scenario. Bovo abbandona le armi e veste i panni del pellegrino. Si dedica ad atti di penitenza e assistenza di coloro, che, come lui, si mettono in viaggio per arrivare fino a Roma, almeno una volta all’anno.
Ma oltre che alle gesta benefiche nei confronti del viandanti, Bovo conquista la santità anche per aver perdonato l’uccisore di suo fratello. Morì a Voghera nel 986 proprio durante un pellegrinaggio verso Roma. Per il popolo della città aveva doti di taumaturgo. Il suo corpo fu ritrovato in aperta campagna, poi traslato a Pavia e finalmente riportato in Duomo a Voghera. La città lo venera ancora oggi e lo celebra il 22 maggio.