C’è stato un periodo storico, il Rinascimento, in cui Vigevano fu uno dei principali centri politici d’Italia. L’apice di questo momento sono stati gli ultimi anni del ‘400, ai tempi di Ludovico il Moro, soprannominato da Guicciardini Arbitro d’Italia per la sua capacità di influenzare gli eventi. A detta degli storici è stato il sovrano sotto il quale il ducato di Milano ha avuto il suo apogeo, tanto da permettere alla città meneghina di rivaleggiare con potenze come la Francia e la Spagna.
Di lui si dice che fosse un sovrano illuminato in tempi di pace, ma assolutamente inadatto durante le guerre, motivo per cui cercò di starne alla larga il più possibile.
Sebbene la capitale del Ducato fosse Milano, Ludovico mantenne sempre un rapporto molto stretto con Vigevano, città che molto amava. Ha reso Vigevano la città che conosciamo oggi, ampliando il castello e la chiesa di Sant’Ambrogio, costruendo la piazza Ducale. Questo trittico rappresentava, secondo Ludovico il Moro, l’ideale di città rinascimentale, in cui i tre centri del potere stavano vicini l’uno all’altra: la piazza, il centro economico, il castello, centro politico, e la chiesa, centro religioso. Molti dicono che il progetto del Moro fosse di rendere prima o poi Vigevano la capitale del Ducato.
(Filippo Gatti)