Il nome di Liutprando è ancora oggi noto a tutti i pavesi. Re dei longobardi dal 712 al 744, è ricordato per essere stato uno dei sovrani più al servizio del popolo. Il suo nome è impresso nella memoria collettiva soprattutto per aver portato a Pavia le spoglie di Sant’Agostino, santo che da allora ha sempre avuto particolare venerazione nella città.
Quando Agostino morì, il suo corpo venne portato a Cagliari per salvarlo da alcuni tumulti che avvenivano ad Ippona, dove era stato sepolto inizialmente. Il suo corpo riposò in pace per qualche secolo, finché i saraceni, intorno all’anno ‘700, non iniziarono a scorribandare per alcune località in zone costiere del mediterraneo, a caccia di reliquie da profanare, o rivendere, appartenenti alla comunità cristiana. La notizia di queste scorrerie arrivò alle orecchie di Re Liutprando che, da filantropo del popolo quale era, volle intervenire in prima persona per salvare le reliquie agostiniane. Fece portare il feretro da Cagliari a Genova via mare, per poi giungere con il suo esercito fino alla città della lanterna attraversando la Via del sale. Il corpo di Agostino venne così scortato fino a Pavia, per poi essere tumulato nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro.
Oggi riposa nella famosa arca presente sull’altare, ma il gesto di Re Liutprando non è stato dimenticato: il glorioso sovrano riposa anch’egli all’interno della basilica, a pochi passi da agostino, tumulato alla base di una colonna di fronte all’altare ornata con una lapide in suo onore.
(Filippo Gatti)