La provincia di Pavia è terra ricca di castelli e come ogni castello che si rispecchi, dietro le spesse mura dei manieri si celano misteri, miti, leggende e superstizioni. Eppure, gli abitanti di Santa Margherita Staffora non vogliono sentir parlare di leggenda ma di storia vera che si tramanda da generazioni. Siamo nel cuore dell’Oltrepò pavese, in una delle tante proprietà della famiglia Malaspina, proprietaria anche di altre splendide dimore inespugnabili e ricche di mistero. Oggi di quel castello non restano che i resti di pietra che gli escursionisti possono intravedere arrampicandosi verso la chiesa del paese, su un cucuzzolo che si vede da lontano e che caratterizza lo skyline del panorama.
Questa storia viene spesso associata alla più famosa fiaba di Barbablu. Si racconta che uno dei proprietari del castello dei Malaspina, non meglio identificato nello spazio e nel tempo, fosse un emulo del sanguinario personaggio nato dalla penna di Perrault e, che proprio ispirandosi a lui, fece sparire le proprie mogli che sarebbero state successivamente ritrovate nel pozzo del castello. Le analogie riguarderebbero le grandi ricchezze che in entrambi i casi venivano ostentate come esca per conquistate donne del popolo, ingolosite dalla possibilità di cambiare vita partecipando ai fasti della vita di corte.
E anche nel caso di castello Malaspina alle mogli che si sono susseguite venne data grande libertà di muoversi all’interno del castello con un’unica eccezione, una misteriosa stanza da non aprire per nessun motivo. Ma la curiosità delle signore, lasciate sole in casa, le avrebbe condannate alla punizione definitiva.
(Lara Vecchio)