È una storia triste, quella di Ceregate, paese fantasma che appartiene al comune sparso di Santa Margherita Staffora. Ma come tutte le storie tristi, ha qualcosa di affascinante che spinge decine di visitatori ad affrontare, a piedi o in mountain bike, il sentiero che porta fino alla frazione abbandonata, una manciata di case diroccate al centro dell’alta Valle Staffora.
Tra le vie di Ceregate tutto è fermo all’ultimo giorno in cui l’ultimo abitante visse nel piccolo paese, precisamente nel 1986: ci sono le coperte distese sui letti, le giacche appese gli attaccapanni, le caffettiere posate sul tavolo, come se gli abitanti si fossero solo allontanati e possano tornare da un momento all’altro. Eppure, a Ceregate non tornerà più nessuno. Non è mai stata facile la vita qui. La storia del paese inizia nel 1868, quando viene costruita la chiesetta dedicata a Maria Bambina a cui seguirono un manipolo di case costruite a 850 metri di altitudine. In questo periodo, circa trenta persone decidono di spostarsi a Ceregate, e di vivere senza energia elettrica, acqua o gas, conservando i cibi sotto sale e raggiungendo i centri più vicini, Negruzzo e Cegni, solo a piedi, con un’ora e mezza di cammino. Eppure quelle famiglie stavano bene così, tra le montagne, da sole.
Così come stava bene il signor Carlo, l’ultimo abitante di Ceregate: in paese si dice che avesse sperimentato la parte più crudele dell’umanità, i due conflitti mondiali, e che per fuggire dal genere umano si fosse rifugiato nel borgo fantasma. Ha vissuto lì dal 1970 fino al 1986, anno della sua scomparsa, e da allora nessuno più ha vissuto a Ceregate. Le case, perlopiù diroccate, ci sono ancora, anche quella del signor Carlo: sono sette, coperte dalla vegetazione ma perfettamente immobili nel tempo, cristallizzate quasi a voler raccontare le vite delle persone che le abitarono. Il borgo fantasma, purtroppo, sta crollando sempre più, ma Cegni – la frazione di Santa Maria Staffora più vicina a Ceregate – si impegna con grande sforzo a non abbandonarlo del tutto, per il valore affettivo e per il ricordo di ciò che è stato.
Proprio per questo, due volte l’anno Ceregate torna a vivere nonostante tutto: il lunedì di Pasqua e l’8 settembre, in occasione della festa della Natività di Maria Vergine, gli abitanti delle frazioni vicine si recano in pellegrinaggio alla chiesetta del borgo, come un tempo, dando luogo ad una festa paesana nel cuore della perla silenziosa della Valle Staffora.
(Foto di: Andrea Lanati, Flickr.com)