Oggi, 11 marzo, si ricorda l’ordinazione sacerdotale di Paolo Lamberto D’Allegre, figura di grande rilievo storico e religioso per la città di Pavia e per la sua diocesi. Nato a Torino il 17 ottobre 1751 e laureato in utroque iure a Roma, D’Allegre si distinse fin da giovane per il suo impegno teologico e la sua adesione ai principi giansenisti, sotto l’influenza del professore Pietro Tamburini. La sua carriera ecclesiastica lo portò ben presto ad essere nominato vicario generale della diocesi di Novara, per poi essere scelto come vescovo di Pavia nel 1807, durante il governo napoleonico.
L’arrivo di D’Allegre a Pavia non fu esente da diffidenze: il clero locale e l’aristocrazia pavese, in particolare, guardarono con sospetto la sua nomina, legata a filo doppio con il regime napoleonico. Nonostante ciò, il vescovo si dedicò con impegno alla ricostruzione della diocesi, che aveva subito ingenti perdite durante gli anni di rivoluzione. Le parrocchie mancanti vennero gradualmente ripristinate, e uno dei suoi primi atti significa fu la riapertura del seminario diocesano nel 1808, che aveva chiuso nel 1796 con l’arrivo delle forze francesi.
Il suo operato non si limitò alla sola riorganizzazione amministrativa e pastorale, ma abbracciò anche una riforma sociale che mirava a conciliare la fede con i nuovi orientamenti politici dell’epoca. Nel contesto del Regno napoleonico, D’Allegre supportò apertamente il governo, partecipando anche a eventi ufficiali, come il matrimonio di Napoleone con Maria Luisa d’Austria, ma non fu esente da critiche, soprattutto per il suo sostegno a misure impopolari come il servizio militare obbligatorio.
Quando, nel 1814, la restaurazione portò gli austriaci al potere, D’Allegre si schierò con il nuovo regime, una scelta che lo mise nuovamente sotto osservazione, sia dai sostenitori del Bonapartismo che da quelli del nuovo ordine. La sua diocesi, che aveva già perso gran parte delle sue parrocchie nell’Oltrepò e Lomellina, vide nel 1820 la sua giurisdizione ridotta, passando da diocesi direttamente dipendente dalla Santa Sede a suffraganea dell’arcidiocesi di Milano.
D’Allegre morì il 6 ottobre 1821 a Pavia, lasciando un segno indelebile nella città. Il suo percorso, segnato dalla complessità dei suoi impegni religiosi e politici, fa di lui una figura fondamentale per comprendere la trasformazione della diocesi di Pavia durante il periodo delle grandi rivoluzioni e delle riforme napoleoniche.
In questo anniversario dell’ordinazione sacerdotale, è utile ricordare l’eredità di Paolo Lamberto D’Allegre, un uomo che, con determinazione, cercò di affrontare le sfide del suo tempo, facendo di Pavia e della sua diocesi un punto di riferimento per le difficili scelte politiche e religiose dell’epoca.