Gli abitanti di Voghera sono genericamente definiti vogheresi. Nulla di sbagliato, ma c’è anche un’altra denominazione che affonda le radici nella storia della città: è quella di iriensi. Perché è presto detto: in principio, al tempo dei Romani, Voghera era “la nobile città di Iria“.
Secondo le ricostruzioni storiche più attendibili, i Romani nel 44 a.C. fondarono nella zona dell’attuale Voghera, una città di nome Iria. Giulio Cesare la inserì tra le colonie militari e questo status, che garantiva ricchezze e privilegi, strade e palazzi, fu confermato anche dai successivi imperatori.
Iria, d’altro canto, si trovava in un punto strategico, tra le vie di comunicazione che portavano in Liguria, Piemonte, Emilia e Lombardia. E soprattutto lungo l’importante via Postumia.
Ma forse, proprio questo essere un crocevia di rilevante importanza e una città florida, mise Iria nel mirino dei Barbari, che l’assaltarono a più riprese, tanto da far fuggire la popolazione e distruggendola in gran parte. Gli abitanti si rifugiarono sulle sponde del fiume Iria, riducendosi a vivere in quello che era rimasto solo un vicus, un villaggio e non più una città. Nel 626, nei racconti della vita di San Colombano scritta dal monaco di Bobbio, Giona, già si vede la trasformazione del nome: da Iria a Vicum Iriae. E poi, nei secoli successivi, altri toponimi, come Vichiera, Viqueria, fino a giungere a Voghera.