Nascosto tra le dolci pianure della Lomellina, nel cuore della provincia di Pavia, si cela un ortaggio che racchiude in sé storie di famiglia, antiche tradizioni culinarie e un sapore inconfondibile: il Peperone Carnosissimo di Remondò. Il suo nome stesso evoca la sua peculiarità più distintiva: una polpa così spessa e succosa da renderlo un vero e proprio tesoro gastronomico locale.
Le radici di questo peperone affondano in un passato non troppo lontano, negli anni ’50 del secolo scorso, quando a Remondò di Gambolò era già un protagonista degli orti familiari. Custode di questa preziosa semente è la famiglia Bazzano, testimone di un’agricoltura fatta di saperi tramandati di generazione in generazione.
Osservando questo peperone, si nota subito la sua forma particolare: appiattito ai poli, quasi schiacciato, e di un rosso intenso a maturazione. Questa morfologia lo rende affine ad altre varietà storiche come il “Topepo rosso” e il piemontese “Tumaticot” (che in dialetto significa proprio “pomodorino”), quest’ultimo tipico della zona di Carmagnola e coltivato almeno dagli anni ’30. Un legame affascinante, ancora in fase di studio, che suggerisce un’origine comune o scambi di sementi nel tempo.
Ma la vera magia del Carnosissimo di Remondò si svela al palato. La sua polpa incredibilmente spessa, che può raggiungere anche un centimetro, regala una consistenza carnosa e un sapore dolce e avvolgente. La sua buccia sottile lo rende altamente digeribile, tanto da essere apprezzato anche crudo, semplicemente intinto in olio e sale per un pinzimonio che sa di autenticità.
E poi c’è la “pivronà”, il nome locale della peperonata, un piatto che profuma di casa e di tradizione contadina, dove questo peperone è l’ingrediente principe. Ma la sua versatilità in cucina non si ferma qui: ripieno di carne macinata e cotto al forno, si trasforma in un piatto ricco e saporito, capace di conquistare anche i palati più esigenti.
La coltivazione di questo gigante rosso è un rito che si ripete ogni anno. La semina avviene in primavera, in piccoli vasi protetti, per poi trapiantare le giovani piantine in campo aperto dopo circa un mese. La generosa produzione inizia in agosto e prosegue fino all’arrivo delle prime gelate, tingendo gli orti di un rosso vibrante. E dai frutti più belli, quelli più grandi, rossi e dolci, si selezionano i semi per la stagione successiva, perpetuando così la storia di questo eccezionale peperone.
Nonostante la sua rusticità, il Carnosissimo di Remondò è particolarmente sensibile a un nemico insidioso: la piralide. Questo lepidottero attacca i frutti, causando danni e marciume. Proprio per questo, e per preservare e valorizzare al meglio questa unicità, è in corso un progetto di caratterizzazione morfologica e genetica chiamato “Valopepe”, coordinato dal CREA-GB di Montanaso Lombardo.
Il Peperone Carnosissimo di Remondò non è solo un ortaggio, ma un pezzo di storia agricola locale, un simbolo di un legame profondo con la terra e le tradizioni culinarie. Un gigante rosso dal cuore tenero, pronto a svelare la sua dolcezza e la sua “carnosità” a chiunque sia curioso di scoprire i veri sapori della Lomellina.