di Raffaella Costa
Il Parco del Ticino, un territorio che si estende dal Lago Maggiore al Delta del Po ricco di storia, natura e tradizioni, ha da pochi mesi un nuovo presidente: Ismaele Rognoni. A soli 33 anni, Rognoni è il più giovane a ricoprire questa carica prestigiosa e impegnativa. In questa intervista, ci racconta come sta vivendo i primi mesi del suo mandato, quali sono le sfide che lo attendono e come intende affrontare il futuro del Parco.

Ismaele Rognoni
A 33 anni lei è il presidente più giovane del Parco del Ticino da cinquant’anni a questa parte. Come vive questo impegno?
«Penso che sia assolutamente un motivo di orgoglio. Rappresento la provincia di Pavia, che è l’ente che mi ha proposto come candidato unico alla carica di presidente, ma ho assunto anche l’onore e la responsabilità di farmi carico di tutti gli enti che fanno parte di questo meraviglioso parco: 47 comuni, le due province di Varese e Pavia, la città metropolitana di Milano e anche Regione Lombardia che è come se fosse la nostra mamma e dalla quale dipendiamo. Sicuramente è una sfida importante che però mi ricopre l’orgoglio e spero di poter far bene ogni giorno lavorando per il bene della comunità».
Si ricorda il suo primo giorno da presidente?
« Eccome! Era il 28 di ottobre, sono entrato in ufficio alle 8:45 del mattino e sono uscito alle 20:00 di sera perché sono stato investito dai dirigenti che volevano farmi conoscere l’ente e parlare delle problematiche più importanti. Ho avuto una centrifuga di informazioni ed è stato un bell’impatto».

Parco del Ticino, uno scorcio
Quali sono le principali sfide che pensa di portare avanti durante il suo mandato?
«Dobbiamo essere un ente che diventa sempre più bacino di ascolto per le esigenze dei comuni e dei cittadini. Mantenendo ogni tutela al nostro Parco e al suo ambiente, dobbiamo essere in grado di conciliare le esigenze di chi ci vive. Un’altra importante sfida sarà di poter aumentare lo sviluppo attrattivo e turistico del parco del Ticino. Dal Lago maggiore al Delta del Po, il Parco è un territorio bello e multiforme che sarebbe bello riuscire a far conoscere meglio».
Il Parco del Ticino è uno scrigno di storia, natura, ambiente e anche prodotti tipici che, forse, non tutti conoscono.
«Il nostro territorio vanta un’eccellenza unica: il marchio dei prodotti del Parco del Ticino. Insieme alla consigliera delegata Bernini, ci vogliamo impegnare a valorizzare questi prodotti, simbolo di qualità, eccellenza e dell’autentica passione degli agricoltori che ogni giorno, con il loro lavoro, ci offrono il cibo che arriva sulle nostre tavole. L’Ente Parco sarà al loro fianco per dare la giusta visibilità a queste eccellenze».

Parco del Ticino, uno scorcio
Il Parco del Ticino ha girato la boa del mezzo secolo di vita. I cittadini lo percepiscono ancora come un limite alla loro libertà?
«Noi siamo l’unico parco all’interno di 47 comuni, gli altri parchi di Regione Lombardia sono tutti staccati dal territorio abitato. Ci sono regole di paesaggistica che possono creare problemi ai cittadini. Ecco perché tengo a ribadire che noi dobbiamo essere un ente che ascolta e che media. Non erigiamo muri, ma grazie ai dirigenti, che sono veramente professionali, cercheremo di aprire un dialogo che tenga conto delle esigenze di entrambe le parti».
Cosa si aspetta da questa esperienza alla guida del Parco del Ticino?
«Vorrei che il Parco del Ticino venisse conosciuto sempre di più come eccellenza ambientale, agricoltura e faunistica».