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7 Novembre 2024

883 hanno ucciso l'uomo ragno set cinematografico
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Hanno ucciso l’uomo ragno: la serie che trasforma Pavia in una meta turistica

La serie Hanno ucciso l’uomo ragno, ispirata ai successi degli 883, non solo racconta l’avventura musicale di Max Pezzali e Mauro Repetto, ma trasforma Pavia in un palcoscenico che invita a esplorare la città con nuovi occhi. Diffusa su Sky e in streaming su Now, la serie ci riporta agli anni ‘90, un’epoca in cui il “deca” – le mitiche diecimila lire – non bastava a “scappare” dalla provincia. Un tema ricorrente nei testi degli 883, che trova perfetta espressione nei luoghi della loro città natale. I fan degli 883 e i curiosi possono ora ripercorrere le strade di Pavia come se fossero nei panni dei giovani protagonisti.

Max abita in Borgo Basso, pittoresco quartiere affacciato sul Ticino, con le sue case colorate, le trattorie, e le abitazioni un tempo abitate dai fiumaroli segnate dalle tacche delle piene del fiume.

Uno dei luoghi iconici della serie è il Ponte Coperto, che con le sue cinque arcate è il simbolo della città e il luogo più fotografato dai turisti. Un luogo amato da sempre, come testimonia anche una targa posta nella parte centrale del ponte che riporta una frase di Albert Einstein: “Ho spesso pensato a quel bel ponte di Pavia”.

Percorrendo via Scopoli e deviando verso via Volta si raggiunge l’ingresso del liceo scientifico frequentato da Max e Mauro: è quello della scuola media Felice Casorati, in via Volta. Originariamente l’edificio ospitava il Monastero di Santa Maria delle Cacce e a fondarlo era stato un re longobardo.

Tra i luoghi più suggestivi si trova un capolavoro del gotico lombardo: la Chiesa di Santa Maria del Carmine, sede della famosa scena di un funerale per il quale Max deve fare la consegna dei fiori. La chiesa è famosa anche per la sua torre campanaria: la più alta di Pavia! La piazza antistante diventa un punto d’incontro, un simbolo della tradizione e della storia di Pavia.

 

Altro luogo significativo è l’area Vul – sulla riva destra del Ticino, tra il Ponte Vecchio e il Ponte dell’Impero, dove si vede Max sfrecciare a bordo del suo motorino.

E, poi, la centralissima e storica Piazza della Vittoria, il cuore pulsante della città, con il famoso Bar Lux come ritrovo sociale per i protagonisti.

Un dettaglio curioso è che Max Pezzali è figlio di un fiorista, e nella serie è stato ricostruito il suo negozio: il celebre “Da Sergio”, che si trova in Corso Cavour, e da cui partivano i mazzi di rose rosse che all’epoca Maurizio Costanzo inviava a Maria De Filippi, ora appare reinventato come “Casa dei fiori Pezzali” in Corso Garibaldi. Pensate che per ricostruire nel negozio l’atmosfera degli anni ’80 è stata chiamata una flower designer, Mara Verbena, vicepresidente dell’Associazione Floricoltori e Fioristi Italiani.

Un aneddoto legato agli esordi degli 883 si intreccia perfettamente con un altro dei luoghi presenti nella serie: il primo contratto editoriale per i testi delle loro canzoni fu ottenuto grazie all’intraprendenza di Mauro Repetto, che riuscì a fissare un appuntamento importante recuperando un numero di telefono dagli elenchi della SIP, l’allora Telecom. Questa scena prende vita proprio in piazza della Posta, dove vediamo Mauro camminare in una suggestiva scena notturna, simbolo della sua determinazione. Dobbiamo poi spostarci nell’area di Porta Calcinara, antica porta romana, per rivivere la scena del bacio di Max sotto il portone della casa di Silvia.

 

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