Il Naviglio Pavese è un canale artificiale costruito nel 1812 per collegare la città di Pavia a quella di Milano, inserendosi nel più ampio sistema di canali che si snoda intorno al capoluogo lombardo. Il Naviglio Pavese è stato progettato per favorire il commercio e l’agricoltura, e ha svolto nell’800 un ruolo importante nello sviluppo economico della regione.
Il canale, che nella parte che interessa Pavia ha una lunghezza di circa 2 chilometri dei 30 totali, rappresenta la parte finale del canale, che sfocia infatti nel Ticino. È stato costruito utilizzando tecniche di ingegneria idraulica all’avanguardia per l’epoca, pensate per superare gli ostacoli naturali della zona, su tutti i numerosi dislivelli presenti per via della concavità tipica della pianura padana, tanto che, per la sua importanza economica e ingegneristica, venne inaugurato alla presenza dell’arciduca d’Austria Francesco I, nel 1819.
Negli anni è stato utilizzato per il trasporto di merci, come cereali, legname, pietre, marmo e ferro, oltre che per il trasporto di prodotti finiti e persone. Ha anche contribuito allo sviluppo dell’attività agricola lungo le sue rive, grazie alla distribuzione dell’acqua scorrente lungo il canale.
Oggi il Naviglio Pavese è fondamentalmente un’attrazione turistica, con una serie di percorsi ciclabili e pedonali lungo le sue rive, sebbene in molti ne auspicano il ritorno all’uso commerciale nell’ottica di un sistema green per il trasporto delle merci.
(Filippo Gatti)