Le persone non non più giovanissime ricorderanno certamente, in campagna, le giornate passate in cerca di lumache dopo la pioggia. Lungo i fossi si faceva incetta fino a qualche decennio fa di rane e lumache che
finivano sulle tavole della domenica. Le lumache dovevano essere spurgate, operazione che si faceva passandole prima nella farina gialla e poi bagnandole con un mix di acqua ed aceto.
Oggi non si trovano quasi più e comperarle già pronte al supermercato non dà la stessa soddisfazione ma la ricetta resta una tradizione del territorio e nel Pavese si preparano così:
lumache a piacere (circa una ventina a persona), 2 spicchi d’aglio, 1 grossa cipolla, un mazzo di prezzemolo, 1 bicchiere carso di vino bianco, una salsa di pomodoro leggera, poco burro, olio, sale, pepe, poco aceto.
Mettete a bollire le lumache per qualche minuto per poterle poi liberare facilmente dal guscio con l’apposita forchettina. Eliminate la parte più coriacea, lavatele sotto acqua corrente e lasciatele a bagno in acqua e aceto per mezza giornata.
Preparate un trito di cipolla e stufatelo in poco olio extravergine per un quarto d’ora e aggiungendo, se serve, qualche cucchiaio d’acqua perché non bruci.
Unite le lumache e fate insaporire. Sfumate con il vino bianco e poi aggiungete la salsa. I tempi di cottura variano, dovete provarle per capire quale consistenza preferite. Resteranno comunque sempre un po’ gommose, è la
loro caratteristica. Nel frattempo preparate un trito di aglio e prezzemolo che aggiungerete a fine cottura.