Il Ponte Vecchio, chiamato dai pavesi anche Ponte Coperto, è uno dei principali simboli della città di Pavia. La sua silhouette, per via dell’immediata riconoscibilità, viene utilizzata in tantissimi simboli e loghi di imprese e iniziative legate alla città. Il ponte attraversa il fiume Ticino, e collega il quartiere del Borgo al resto della città di Pavia.
Il ponte attuale, oggi percorso da migliaia di pavesi ogni giorno, non è tuttavia quello originale del 1351, distrutto in seguito ai bombardamenti degli alleati alla città del 1944. Del vecchio ponte si possono ancora scorgere facilmente i resti, soprattutto nel periodo estivo, quando il Ticino va in secca. Capita talvolta, in periodi di particolare siccità, che dai vecchi resti riemergano manufatti di ogni epoca. In Borgo, ad esempio, è esposto un ordigno inesploso ritrovato proprio tra i vecchi resti del ponte, mentre ai musei civici è conservata la Sella Plicatilis, sedia portatile di età romana dal valore inestimabile, considerata il reperto meglio conservato al mondo nel suo genere.
Il Ponte Coperto viene addirittura citato da Albert Einstein, che scrivendo degli anni passati nella città ricorda “Ho spesso pensato al bel ponte di Pavia”. Non a caso al centro del ponte, nel 2005, è stata apposta una lapide con incisa proprio questa citazione, a ricordare i cinquant’anni dalla morte del grande scienziato. Il ponte che si può ammirare oggi è stato inaugurato nel 1951, curiosamente proprio seicento anni dopo la costruzione dell’originale, alla presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.
Un racconto dettagliato di questo luogo, e altri cento, è presente nel volume “Pavia. Le 100 meraviglie (+1)“, a cura di Raffaella Costa, edito da Typimedia editore, 2019.
(Filippo Gatti)