Allontanandosi dal centro storico di Pavia, percorrendo via Riviera, si incontra a un certo punto una grande basilica, di cui si distingue molto chiaramente la facciata, ma della quale si fatica a percepire l’effettiva grandezza a causa degli alberi e degli edifici che costeggiano l’esterno della navata. Si tratta della Basilica del Santissimo Salvatore, detta anche di San Mauro.
Un primo nucleo risale al settimo secolo, quando il re longobardo Ariprando volle costruire un sito per la sepoltura dei sovrani, mentre la costruzione che l’ha resa per la prima volta un importante centro politico è invece del 970 per volere della regina Adelaide. Pochi anni dopo, nel 1024, la basilica e l’annesso “palatium” divennero sede del palazzo imperiale, presso il quale soggiornò anche Federico II di Svevia.
In epoca rinascimentale si decide di ricostruire sia la basilica che il monastero annesso, cancellando però tutta l’anima longobarda del complesso. Sono seguite poi numerose vicissitudini, che hanno portato addirittura, nel 1859, a rendere San Salvatore una caserma militare, dopo che già nel ‘500 fu utilizzata come accampamento. Nel 1901 viene riaperta al culto, mentre nel 2018 un importante scavo sembra aver aperto una via per trovare i ricercatissimi reperti dell’epoca longobarda. Ad essere ricercato è soprattutto il sepolcro del fondatore Ariprando, che può contenere numerosi tesori e reperti, oltre che tracce degli altri monarchi passati per l’ex palatium imperiale.
(La foto di copertina è tratta dalla pagina Facebook della Parrocchia)
(Filippo Gatti)