A Pavia, città che ha saputo custodire la memoria di un passato glorioso, il Museo per la Storia dell’Università apre le porte a un affascinante viaggio nel tempo. La mostra “Alle origini dell’Università di Pavia: storia, miti, storia dei miti” – visitabile fino alla fine di luglio e poi riaperta fino al 19 dicembre – racconta una storia straordinaria fatta di verità storiche e leggende affascinanti.
La data da ricordare è il 13 aprile 1361: è questo il giorno in cui nasce ufficialmente l’Università di Pavia, voluta da Galeazzo II Visconti con la fondazione dello Studium Generale. Eppure, nei secoli, questa istituzione si è costruita un’identità molto più antica e complessa, intrecciando storia e mito in modo indissolubile.
I tre miti fondativi: una strategia di prestigio
Il Mito Longobardo: l’orgoglio dei Visconti
Il primo mito nasce dalla stessa famiglia Visconti, che immaginò l’università come continuazione naturale del glorioso passato di Pavia, capitale del regno longobardo. Non era solo vanità: era una vera e propria strategia politica per legittimare il proprio dominio, collegandosi alle radici più profonde della città.
Il Mito Carolingio: l’invenzione degli ex alunni
All’inizio del XVI secolo prende piede una seconda leggenda: l’università sarebbe stata fondata addirittura da Carlo Magno, che avrebbe inviato un monaco irlandese a Pavia per promuovere il sapere. La curiosità è che furono proprio gli ex studenti dell’ateneo a diffondere questo mito, desiderosi di dare ancora maggiore prestigio alla loro alma mater!
Il Mito di Lotario: la rivalità con Milano
Il terzo e più duraturo mito nasce nel 1925 – guarda caso, proprio un anno dopo la fondazione dell’Università di Milano nel 1924. L’Università di Pavia rivendica allora origini antichissime, facendo risalire la sua fondazione al capitolare dell’imperatore Lotario dell’825. Un modo elegante per vantare ben undici secoli di vita e mettere in ombra la giovane rivale milanese.
Nel Settecento, il grande storico Ludovico Antonio Muratori inizia a fare ordine tra miti e realtà. È lui il primo a pubblicare il capitolare di Lotario dell’825 e, con acume scientifico, a mettere in discussione la continuità tra l’antico passato culturale di Pavia e la fondazione medievale dell’università. Un vero pioniere della ricerca storica rigorosa.
Le celebrazioni per gli undici secoli furono grandiose: parteciparono rappresentanti di atenei di tutto il mondo e persino re Vittorio Emanuele III, che ricevette la laurea honoris causa e inaugurò il monumento a Lanfranco nel cortile del Rettorato. Un evento che consolidò definitivamente il mito lotariano nell’immaginario collettivo.
Una delle curiosità più divertenti della mostra riguarda i bassorilievi dell’imperatore Lotario e di Galeazzo II Visconti, collocati nel 1961 all’ingresso del Palazzo Centrale. Incredibile ma vero: a causa di uno scambio di persona, oggi ammiriamo un “falso Lotario” al posto di quello autentico! La mostra racconta anche questa storia attraverso ricostruzioni 3D dei sigilli imperiali.
Questa mostra non è solo un viaggio nella storia dell’università, ma un omaggio a Pavia stessa. La città ha saputo essere, nei secoli, crocevia di culture e saperi: dalla capitale longobarda al centro di studi medievale, fino alla moderna sede universitaria che continua ad attrarre studenti da tutto il mondo. L’Università di Pavia oggi non ha bisogno di miti per brillare: la sua eccellenza accademica e la sua ricerca di punta parlano da sole. Eppure, conoscere questi miti fondativi ci aiuta a capire come si costruisce l’identità di un’istituzione e di una città che ha sempre saputo guardare al futuro senza dimenticare le proprie radici.
INFORMAZIONI:
- Dove: Museo per la Storia dell’Università di Pavia
- Quando: Fino a fine luglio, poi riapre a settembre per chiudere il 19 dicembre
- Orari: Mar 15.00-18.00, Mer 10.00-13.00, Ven 10.00-13.00
- Contatti: 0382.98 4659 – museo.storico@unipv.it
- Sito: https://museoperlastoria.unipv.it/
Un’occasione unica per scoprire come storia e mito si intrecciano nel racconto di una delle università più antiche d’Europa, nel cuore di una città che ha fatto della cultura la sua vocazione più autentica.