Il Giorno della Memoria è sempre un momento cruciale per riflettere e non dimenticare gli orrori della Shoah e delle persecuzioni subite dal popolo ebraico, così come da militari e politici italiani nei campi nazisti. Il Comune di Pavia, attraverso l’Assessorato alle Politiche culturali, propone un ricco programma di eventi, dal 26 gennaio al 24 febbraio, che intreccia musica, teatro, cinema e letteratura, per creare un percorso di profonda suggestione e memoria condivisa. Tra concerti, spettacoli teatrali, incontri letterari e documentari, ogni appuntamento rappresenta un’opportunità per approfondire storie, testimonianze e riflessioni che illuminano il passato e stimolano il pensiero sul presente. Ecco il dettaglio delle iniziative, pensate per rendere omaggio alle vittime e alle memorie della Shoah e per tenere vivo un dialogo culturale che unisce comunità e generazioni.
Si è partiti il 26 gennaio (Chiesa di San Lazzaro, ore 11) con Memorie in ascolto: le musiche di Terezìn, con docenti e studenti del Conservatorio “Franco Vittadini”. Organizzato dal conservatorio con il patrocinio e la collaborazione del Comune, il concerto è stato dedicato a figure di giovani compositori ed artisti europei il cui talento, già riconosciuto agli inizi degli anni Quaranta, è stato brutalmente tacitato con la deportazione nel campo di concentramento di Terezìn.
Il 27 gennaio sul palco del Cineteatro Volta (ore 18) “sale in cattedra” Paola Bigatto, interprete e autrice del monologo La banalità del male di Hannah Arendt. Lo spettacolo (che ha ormai superato le trecento repliche) è una vera e propria lezione in cui l’attrice dà corpo e voce alla scrittura di Arendt, al suo Eichmann in Jerusalem, più noto in Italia con il suo sottotitolo, La banalità del male appunto. Passionale nell’indignazione, raffinata nella speculazione, sempre incandescente, la scrittura della storica, filosofa e politologa tedesca ha consentito di dar voce al saggio, trasformato e ridotto a monologo: la professoressa Arendt/Bigatto, docente di filosofia politica a Chicago nel 1963, ripercorre, in una possibile lezione, le condizioni del processo, le circostanze storiche degli eventi, le considerazioni filosofiche. E così, con una lavagna, una carta geografica e una cattedra gli spettatori diventano allievi e testimoni dello svilupparsi di un pensiero fondamentale per la nostra storia. E la nostra coscienza.
Il 31 gennaio (Sala Conferenze del Broletto, ore 18) sono protagoniste due grandi scrittrici italiane: Federica Manzon e Helena Janeczek hanno accolto l’invito dell’Amministrazione per venire a dialogare intorno al romanzo Alma, con cui Manzon ha vinto il premio Campiello 2024. Un’occasione speciale per ascoltare dal vivo, nel dialogo tra le due intellettuali, il farsi di una grande narrazione, in cui la scrittura sofisticata e coinvolgente di Manzon percorre la vita personale della protagonista – Alma – che si intreccia intimamente con la più recente, tragica storia europea, tra Italia e Balcani.
Sempre letterario è l’incontro del 9 febbraio (Sala Conferenze del Broletto, ore 18) dedicato all’opera di Alexander Kluge Chi dice una parola di consolazione è un traditore. 48 storie per Fritz Bauer, raccolta di scritti dedicati alle tante storie di destini difficili, noti e sconosciuti dell’arcipelago Shoah. Protagonista Anna Ruchat, scrittrice, poeta e traduttrice, che dell’opera del poliedrico Kluge (regista, sceneggiatore, scrittore, saggista, produttore cinematografico e attore tedesco) è raffinata traduttrice.
Semplicemente Edith, è il titolo del film documentario (Cineteatro Volta, 13 febbraio, ore 18) dedicato a Edith Bruck, la grande scrittrice nata nel 1931 in Ungheria che a 13 anni viene deportata dai nazifascisti ad Auschwitz Birkenau con tutta la famiglia. Sopravvissuta al campo, dedica l’intera vita a testimoniare l’indicibile. Cosa che fa ancora oggi con profondo impegno. Il film (da un’idea di Giovanna Boursier, soggetto di Edith Bruck e Giovanna Boursier, sceneggiatura di Giovanna Boursier, regia di Michele Mally) è una produzione 3D Produzioni con La7, con il patrocinio di UCEI (Unione Comunità Ebraiche Italiane), Fondazione Museo della Shoah, Dicastero per la Cultura e l’Educazione, in collaborazione con Accademia d’Ungheria in Roma.
Chiude il ciclo dedicato alla memoria e alle memorie Arte vs Guerra. Bansky e C215 a Borodyanka, Ucraina, la cui proiezione (Cineteatro Volta, ore 18) è appositamente organizzata il 24 febbraio: il film documentario (regia di Michele Pinto, soggetto di Didi Gnocchi, sceneggiatura di Francesca Canto; prodotto da 3D Produzioni in collaborazione con Terzo tempo film) parte da quel 24 febbraio 2022 quando la Russia invade l’Ucraina. Borodyanka, 58 chilometri da Kiev, è una delle città più colpite dalla guerra, quasi completamente distrutta. Poche settimane dopo la fine dell’assedio arrivano in questa città Banksy, lo street artist più famoso al mondo (dall’identità ancora sconosciuta), e il francese C215, pseudonimo di Christian Guémy. Tra i palazzi distrutti dall’esercito russo Banksy realizza due opere – “La Ginnasta”, e “Davide e Golia” – mentre le bombolette spray di C215 disegnano graffiti sui carri armati russi, uccelli sulle pareti delle case bombardate, ritratti di donne e uomini che hanno segnato la storia dell’Ucraina. Ma la guerra distrugge le persone le città, i suoi muri: tuttavia per la prima volta c’è chi prova a restaurare l’arte, non quella classica, ma la street art. Dal loro laboratorio di Pavia Paola Ciaccia, con Alessandro Cini e Maria Colonna, tre giovani restauratori, si recano in Ucraina per salvare le opere di Banksy e C215. Per renderle patrimonio che diventi risorsa e spinta per la ricostruzione.
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero fino a esaurimento posti
Informazioni: www.comune.pavia.it/vivere-pavia – cultura@comune.pv.it
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