Il Tempio della Fraternità di Varzi, chiesa simbolo di pace e di fratellanza tra i popoli, realizzato con i cimeli della Seconda Guerra Mondiale e costruito con pietre provenienti da luoghi bombardati come Montecassino, Dresda, Hiroshima e Nagasaki, viene violato nella notte del primo maggio 1985. I ladri entrano nel Tempio, lo saccheggiano e portano via centinaia di cimeli di guerra. Un furto studiato nei minimi termini che ha sottratto alla chiesa medaglie, decorazioni, piastrine, distintivi e altre cose rare e preziose raccolte in trent’anni nelle varie parti del mondo. Nel bottino anche documenti, fotografie, icone russe, cinesi ed asiatiche. Nel momento di darsi alla fuga ai ladri cade per terra, senza che se ne accorgano, una poesia scritta a matita da una ragazza ebrea russa di 15 anni tre giorni prima di morire in campo di concentramento a Berlino. La lettera si è salvata, ma quel furto, che ha suscitato grande indignazione e sconcerto tra i cittadini di Varzi e le associazioni dei combattenti, non è mai stato dimenticato.