Rodobaldo Cipolla, conosciuto come Rodobaldo II di Pavia, fu vescovo della città dal 1230 fino alla sua morte, avvenuta il 12 ottobre 1254. Appartenente alla nobile famiglia Cipolla, fu arcidiacono del capitolo della cattedrale di Pavia prima di essere eletto vescovo il 16 giugno 1230. Il suo episcopato fu segnato da un’intensa attività caritativa e dalla promozione della vita religiosa nella diocesi.
Uno dei tratti più significativi del suo ministero fu l’invito ai frati francescani, ai domenicani e ai monaci vallombrosani a stabilirsi nella sua diocesi, rafforzando così la presenza di ordini religiosi impegnati nella predicazione, nell’istruzione e nelle opere di carità. Tra le sue iniziative più importanti, Rodobaldo dettò gli statuti per la Cattedrale di Pavia e fece compilare un catalogo delle reliquie dei santi conservate nelle chiese della città, evidenziando l’importanza della venerazione dei santi nella vita della comunità cristiana.
Rodobaldo fu anche coinvolto negli eventi politici del suo tempo. Su incarico di papa Gregorio IX, predicò la crociata contro l’imperatore Federico II. Durante questo conflitto, Federico fu fatto prigioniero a Pisa dopo la battaglia dell’Isola del Giglio. Rodobaldo ebbe poi un ruolo da mediatore nella riconciliazione tra l’imperatore e il nuovo pontefice, dimostrando le sue capacità diplomatiche e il suo impegno per la pace.
Dopo la sua morte, i resti di Rodobaldo furono sepolti nella cripta della Cattedrale, dove sono ancora oggi venerati. Il suo culto come santo fu ufficialmente confermato da papa Leone XIII con un decreto del 20 dicembre 1888, e il suo elogio si legge nel martirologio romano il 12 ottobre, giorno della sua festa.
Rodobaldo II rimane una figura di grande importanza per la storia religiosa di Pavia, un vescovo che seppe unire la cura pastorale con l’impegno sociale e politico, lasciando un segno indelebile nella comunità pavese.