Nasce a Voghera l’8 maggio 1807, Paolo Filippo Sacchi, passato alla storia come l’Eroico vogherese. Dopo essersi arruolato nell’armata sarda, viene da subito assegnato all’artiglieria e nel 1849 è promosso a furiere onorario del primo Reggimento artiglieria operai, con il compito di sorvegliare la polveriera di Borgo Dora a Torino. Il 26 aprile 1952, quando mancano pochi minuti a mezzogiorno, una piccola scintilla generata da una macchina di lavoro provoca un grande boato a cui segue un incendio che si propaga velocemente: si contano 26 morti e importanti danni agli edifici circostanti. Tra i tanti feriti c’è anche il furiere vogherese, ma questo non gli impedisce di gettarsi tra le fiamme con l’intento di soffocare con una coperta i tizzoni ardenti ed evitare che l’incendio raggiunga l’arsenale, dove sono stipate quaranta tonnellate di polvere da sparo in grado di far saltare per aria mezza Torino. L’atto eroico viene immediatamente riconosciuto dai notabili giunti sul luogo del disastro: il re Vittorio Emanuele II, Massimo D’Azeglio e don Giovanni Bosco. Il re lo promuove seduta stante a luogotenente di artiglieria, conferendogli la medaglia d’oro al valore militare, la cittadinanza onoraria di Torino e una pensione annua di 1200 lire. L’anno seguente a Sacchi viene intitolata una via, una strada porticata su un lato della stazione ferroviaria di Porta Nuova: Sacchi morirà a Torino il 26 maggio 1884 dopo aver avuto la possibilità per tre decenni di percorrere una via a lui dedicata.
(Bruno Gandini)