Giannina Censi, una delle figure più iconiche del panorama artistico del Novecento, è universalmente riconosciuta come la “ballerina futurista.” Nata a Milano il 25 gennaio 1913, è a Voghera che trascorse parte della sua vita, trovando in questa città un punto di riferimento importante nella sua carriera. Legata profondamente al Futurismo e a Filippo Tommaso Marinetti, il fondatore del movimento, Giannina trasformò il linguaggio della danza in una celebrazione audace della modernità e del dinamismo.
Giannina Censi si avvicinò presto al mondo della danza, formandosi nel balletto classico con una dedizione straordinaria. Tuttavia, la sua creatività e il suo spirito ribelle la portarono a cercare forme espressive innovative, al di fuori dei rigidi confini del balletto tradizionale.
Negli anni Trenta, il suo talento incontrò il Futurismo, movimento che esaltava la velocità, la tecnologia e la vita moderna. Filippo Tommaso Marinetti intravide in lei un’artista capace di incarnare i principi rivoluzionari del Futurismo, invitandola a collaborare con lui e ad interpretare la sua visione attraverso la danza.
Le danze aeree e il Manifesto della Danza Futurista
Uno degli aspetti più rivoluzionari del lavoro di Giannina furono le sue performance ispirate al movimento delle macchine e al volo. Nelle sue “danze aeree,” indossava costumi avanguardistici che richiamavano il mondo industriale e tecnologico. I suoi spettacoli erano un’interpretazione visiva e dinamica delle idee futuriste, accompagnati dalle poesie sonore di Marinetti e da musiche sperimentali.
Nel 1931, Marinetti pubblicò il Manifesto della Danza Futurista, nel quale proclamava il corpo umano come simbolo di energia e velocità. Giannina Censi divenne la principale interprete di questo manifesto, rompendo con il passato per creare una danza che celebrasse il futuro.
La consacrazione e l’eredità
Negli anni Trenta, Giannina si esibì in tutta Italia, suscitando ammirazione per il suo stile unico e innovativo. Le sue coreografie, ricche di audacia e provocazione, ridefinirono la danza come forma d’arte contemporanea. Tuttavia, la Seconda Guerra Mondiale interruppe bruscamente la sua carriera.
Dopo il conflitto, il suo lavoro cadde per un certo periodo nell’oblio, ma la riscoperta del Futurismo nella seconda metà del Novecento ha riportato alla luce il suo contributo rivoluzionario.
Giannina Censi visse a lungo a Voghera, che divenne una delle città centrali della sua vita personale e artistica. Qui trovò ispirazione e stabilità, lasciando un’impronta indelebile nella memoria locale. Ed è qui che morì nel 1995.