Il 19 novembre 1929 nasceva a Costa de’ Nobili, un piccolo paese di campagna in provincia di Pavia, Enzo Boschetti, destinato a diventare un punto di riferimento per i giovani in difficoltà e per coloro in cerca di riscatto. Secondo di tre figli di una famiglia umile, Enzo visse un’infanzia segnata dalla povertà, ma anche da una fede semplice e autentica.
Una vocazione in cammino
La sua ricerca spirituale iniziò presto, grazie all’influenza dell’Azione Cattolica e ai ritiri spirituali a Villa San Cuore di Triuggio. Nel 1949, ispirato dalla lettura dell’autobiografia di Santa Teresa di Lisieux, Storia di un’anima, lasciò casa per entrare nell’Ordine dei carmelitani scalzi. Trascorse sette anni come frate e fu inviato in missione nel deserto del Kuwait. Qui, in mezzo al silenzio e alla preghiera, maturò la chiamata al sacerdozio. Perseguire questa vocazione richiese un grande sacrificio: don Enzo dovette lasciare l’amato Ordine carmelitano e proseguire gli studi per essere ordinato sacerdote. Nel 1962 ricevette l’ordinazione sacerdotale dal vescovo di Pavia Carlo Allorio, iniziando un cammino che avrebbe cambiato la vita di molti.
La nascita di Casa del Giovane
Dopo essere stato curato a Chignolo Po e nella parrocchia del Santissimo Salvatore di Pavia, don Enzo rivolse il suo ministero a coloro che si trovavano ai margini: giovani emarginati, operai, nomadi e poveri. Nel 1968, nella cappella seminterrata di Viale Libertà a Pavia, iniziò ad accogliere giovani in difficoltà, gettando le basi per quella che sarebbe diventata la Casa del Giovane.
Negli anni ’70, il suo approccio innovativo prese forma: le comunità di “vita e servizio”, caratterizzate da condivisione, accoglienza e attenzione alla persona, cominciarono a fiorire. Coinvolgendo volontari laici, don Enzo creò un ambiente educativo in cui giovani in difficoltà potevano ritrovare speranza e dignità. Da questa esperienza nacquero vocazioni sacerdotali, consacrate e familiari, riunite in una Fraternità di vita.
Eredità spirituale e beatificazione
La sua opera fu ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa locale l’11 febbraio 1992, quando il vescovo Giovanni Volta approvò lo Statuto della Casa del Giovane come Associazione Privata di Fedeli. Don Enzo, però, non poté vedere il pieno sviluppo della sua visione: il 15 febbraio 1993 si spense all’ospedale di Esine, a causa di un tumore al pancreas, all’età di soli 63 anni.
La sua eredità spirituale, però, continua a vivere. Il 15 febbraio 2006 fu aperta la sua causa di beatificazione, e il 5 luglio 2019 la Congregazione per le Cause dei Santi lo dichiarò venerabile, riconoscendo l’eroicità delle sue virtù.
Don Enzo Boschetti resta un esempio luminoso di carità e servizio, un sacerdote che seppe ascoltare il grido degli ultimi e trasformarlo in un’opera di amore concreto e speranza.